Stucky nacque a Hutchinson, nel Kansas. All'età di 9 anni si trasferì con la sua famiglia ad Abilene, nel Texas, dove, da adolescente, studiò musica nelle scuole pubbliche e, privatamente, viola con Herbert Preston, direzione orchestrale con Leo Scheer e composizione con Macon Sumerlin. Frequentò la Baylor University e la Cornell, dove studiò con Richard Willis, Robert Palmer, Karel Husa e Burrill Phillips.[1]
Stucky scrisse lavori commissionati per molte delle principali orchestre americane, tra cui Baltimore, Chicago, Cincinnati, Dallas, Los Angeles, New York, Minnesota, Filadelfia, Pittsburgh, Saint Louis e Saint Paul. Lavorò a lungo con la Los Angeles Philharmonic Orchestra, dove fu compositore residente dal 1988 al 2009 (la più lunga collaborazione di tale genere nella storia orchestrale americana). Fu ospite della serie Hear & Now del 2005-09 della New York Philharmonic e fu compositore dell'anno dell'Orchestra Sinfonica di Pittsburgh per la stagione 2011-12. Per la Pittsburgh compose Silent Spring, in onore del 50º anniversario dell'omonimo libro di Rachel Carson.[2] Collaborò con il celebre pianista e autore Jeremy Denk per creare la sua prima opera, The Classical Style (tratta dal celebre libro di Charles Rosen), presentata in anteprima a giugno 2014 all'Ojai Music Festival.[3] Altre composizioni degne di nota di Stucky comprendono il poema sinfonico Radical Light (2007), Rhapsodies for Orchestra (2008), l'oratorio 4 agosto 1964 (2008), una Sinfonia (2012) e il suo Secondo Concerto per Orchestra (2003), che vinse il premio Pulitzer per la musica nel 2005.[4][5]
Stucky era un esperto del compositore polacco Witold Lutosławski e scrisse lo studio del 1981 Lutoslawski and His Music. Fu anche curatore della celebrazione del centenario del 2013 del compositore della Philharmonia Orchestra, Woven Words: Music Begins Where Words End.[6] Stucky fu "Given Foundation Professor of Composition" alla Cornell University di Ithaca, New York.[7]
Alla Cornell fondò l'Ensemble X e lo guidò per nove stagioni, dal 1997 al 2006, mentre allo stesso tempo era anche la forza trainante della celebre serie Green Umbrella a Los Angeles. Insegnò anche a Eastman e Berkeley, nella seconda come "Ernest Bloch Professor" nel 2003. Dopo diverse precedenti esperienze di insegnamento e direzione, nel 2013 diventò compositore in residenza della Artist Faculty presso l'Aspen Music Festival and School.[8] Nel 2014 diventò professore emerito alla Cornell ed entrò nella facoltà di composizione della Juilliard School.[9]
Tra i compositori che hanno studiato con Stucky ci sono Joseph Phibbs, Marc Mellits, Robert Paterson, David Conte, Thomas C. Duffy, Yotam Haber, James Matheson, Steven Burke, Xi Wang, Spencer Topel, Diego Vega, Fang Man, Anna Weesner, Hannah Lash, Andrew Waggoner, Sean Shepherd, Chris Arrell and Jesse Jones.[10] Ha tenuto master class e prestato servizio come residente in tutto il mondo, tra cui al Conservatorio Centrale di Musica di Pechino, al Conservatorio di musica di Shanghai, al Cleveland Institute of Music, al Curtis Institute of Music, alla Rice University, al Collegio svedese per lo studio avanzato, al Tanglewood Music Center e molti altri.
Stucky morì di cancro al cervello nella sua casa a Ithaca, New York, il 14 febbraio 2016. Gli sono sopravvissuti la sua seconda moglie, Kristen Frey Stucky, i suoi due figli dal suo primo matrimonio con Melissa Stucky, Matthew e Maura, due fratelli e due sorelle.[11]
Composizioni
Orchestra
Kenningar (Sinfonia n. 4) (1977–78)
Transparent Things: In Memoriam V.N. (1980)
Double Concerto (1982–85, rev. 1989), per violino, oboe/oboe d'amore e orchestra da camera
Voyages (1983–84), per violoncello e orchestra di fiati
Eight Songs from the Spanish Songbook (Hugo Wolf, orch. Stucky 2008), per mezzosoprano e orchestra (Theodore Presser Co.)
Four songs for the Dolce Suono Ensemble[33] e voce di baritono ("Per questa bella mano", "Ruhe sanft" (dalla Zaide), e "Das Veilchen" di Mozart; "Erlkönig" di Schubert, arr. Stucky 2012) (Theodore Presser Co.)
Premi
1974: ASCAP Premio Victor Herbert per la composizione
1975: Primo premio, concorso American Society of University Composers
^ Heinz-Dietrich Fischer (a cura di), The Pulitzer Prize Winners for Music: Composer Biographies, Premiere Programs and Jury Reports, Peter Lang, 2010, p. 263, ISBN3-631-59608-1.
^ Clive Paget, Classical GRAMMY Awards 2013, in Limelight, 13 febbraio 2013. URL consultato l'11 maggio 2015 (archiviato dall'url originale il 18 maggio 2015).