Società preindustrialeCon la locuzione società preindustriale ci si riferisce a sistemi e attributi sociali, nonché a forme di organizzazione politica e culturale, precedenti alla rivoluzione industriale, convenzionalmente identificata nel periodo storico che va dal 1750 al 1850. Le società considerate preindustriali variano da regione a regione a seconda della cultura di una determinata area o della storia della sua vita sociale e politica. Il concetto di società preindustriale è ampiamente utilizzato nelle scienze esatte, e non solo in definizioni di marca ideologica, rispetto alle quali può essere considerato un lemma "senza valore" (vedi oggettivismo). È infatti usato in modo pressoché succedaneo al concetto di "società tradizionale", locuzione tuttavia contestata poiché la tradizione implica la stagnazione, che appesantisce il concetto. Karl Marx, che isolò il concetto teorico, utilizzò l'espressione "società pre-capitalista", definizione assertiva nella quale è implicato che il passaggio al capitalismo sia uno sviluppo o un progresso inevitabile nella successione dei modi di produzione verso un futuro senza classi in una società comunista. I concetti di "società agricola" e "società premoderna", sviluppati da Hegel e Marx, non sono stricto sensu sovrapponibili. Il termine "preindustriale" è utilizzato anche come riferimento per le condizioni ambientali prima dello sviluppo della società industriale: ad esempio, l'Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 e in vigore dal 4 novembre 2016, "mira a limitare il riscaldamento globale ben al di sotto di 2, preferibilmente a 1,5 gradi centigradi, rispetto ai "livelli preindustriali".[1][2] Fondamenti teorici
Le fasi industriali o moderne sarebbero il capitalismo, il socialismo (come fase di transizione) e il comunismo. La teoria politica contemporanea ritiene che il capitalismo, evitando la transizione al socialismo e al comunismo, abbia trasceso la fase industriale. Daniel Bell indicò la società post-industriale nella fase attuale; altri (ad esempio Michel Foucault) usano l'appellativo postmoderno. Attributi comuni
DemografiaLa crescita della popolazione è lenta, con alcuni periodi in diminuzione: esso è dovuto a periodi ciclici di crescita e recessione dell'economia che si possono riassumere in questo schema:
Era un'economia caratterizzata da un alto tasso di mortalità e un alto tasso di natalità: il primo per le frequenti carestie, epidemie e guerre; il secondo per compensare il tasso di mortalità e connesso al sistema produttivo che era basato sul lavoro manuale (e quindi al binomio tanti figli=tante braccia). EconomiaSistemi economici
Condizioni di lavoroLe dure condizioni di lavoro erano prevalenti molto prima della rivoluzione industriale. La società preindustriale era molto statica e spesso crudele: il lavoro minorile, le condizioni di vita sporche e le lunghe ore di lavoro non erano altrettanto prevalenti prima della rivoluzione industriale.[5] AgricolturaA causa della forte sperequazione dei redditi, il 10% della popolazione possedeva il 60% delle ricchezze. La produzione era rivolta alle esigenze di autoconsumo. Durante il Medioevo erano frequenti delle forme di parassitismo: il feudatario si imponeva sulla comunità contadina e da essa esigeva tributi sotto forma di alimenti. Il perno economico dell'età preindustriale era sicuramente l'attività agricola, che impegnava quasi il 70% della popolazione attiva, a causa della bassa produttività e delle tecniche agricole ancora non sofisticate legate ad uno sfruttamento del suolo non intensivo. La quasi totalità della produzione agricola era utilizzata per l'alimentazione e per la produzione di sementi da piantare l'anno successivo. Solo nel XVI secolo il miglioramento delle tecniche agricole e l'uso (o sfruttamento…) più razionale del suolo (sono gli anni delle grandiose opere di bonifica in tutta Europa) permisero ai contadini un surplus produttivo e un miglioramento della qualità della vita. In un periodo all'incirca decennale i raccolti abbondanti erano pochi, più frequenti quelli mediocri o scarsi; quando per 3/4 anni si succedevano raccolti che non soddisfacevano il fabbisogno minimo, le scarse scorte alimentari si esaurivano velocemente, comportando un aumento dei prezzi dei cereali (e così delle farine, del pane ecc.), e in questo modo coloro che non potevano più permetterseli erano esposti alla fame e ad un progressivo indebolimento che li rendeva soggetti più attaccabili alle malattie. Produzione pre-industrialeNell'età pre-industriale convivevano tre diversi modelli di produzione[6].
CommercioFigure importanti per lo sviluppo economico successivo furono i mercanti (i primi imprenditori della storia): grazie a carri o navi, essi commerciavano con le comunità confinanti a breve o lungo raggio (ci sono tracce di scambi commerciali con l'oriente sin dall'Alto Medioevo). Erano in genere benestanti e contribuivano a mantenere nello stato una bilancia commerciale positiva (le esportazioni sono superiori in valore alle importazioni), grazie all'accumulo in patria di oro e argento: saranno loro gli inventori del metodo della partita doppia, applicato nell'economia aziendale. Disponendo di buone riserve finanziarie, si esponevano ai rischi di impresa nel commercio e uscirono dalla staticità del sistema attraverso due modalità d'intervento:
Attività bancariaUn'altra importante attività che si sviluppa nell'XI secolo è quella dei banchieri. L'attività bancaria è esercitata da quattro tipi di soggetti, che operano in settori d'azione abbastanza distinti:
L'attività finanziaria era esercitata anche da soggetti che non erano banchieri: in particolare fra il Trecento ed il Cinquecento i più grossi prestiti ai re e ai papi erano fatti dalle compagnie commerciali, come quelle dei Bardi, dei Medici e dei Fugger. Critica del concettoIn tempi recenti, molti storici hanno sostenuto che il concetto popolare di società industriale dovrebbe essere relativizzato. Il motivo è che molti dei fenomeni sociali ed economici normalmente associati alla società industriale (commercio, mercati dei capitali, lavoro salariato, ecc.) esistevano anche su scala modesta in molte società preindustriali, come l'antica Grecia e Roma, l'Italia del XV secolo e i Paesi Bassi del XVII secolo. Inoltre, nel capitalismo mercantile che ha preceduto il capitalismo industriale quando la società era ancora prevalentemente feudale, l'attività imprenditoriale capitalista esisteva senza fabbriche meccanizzate che funzionavano con lavoro salariato. Pertanto, lo sviluppo dei mercati capitalistici in cui gli input e gli output della produzione sono sempre più beni e servizi soggetti a prezzo e scambio, deve essere visto come un processo graduale di evoluzione e l'industrializzazione come un processo che non si verifica in modo uniforme nel tempo e nello spazio. Note
Bibliografia
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