La Settimana sociale dei cattolici in Italia (precedentemente Settimana sociale dei cattolici italiani) è un appuntamento fisso della Chiesa cattolicaitaliana, a cadenza pluriennale. Sono “riunioni di studio per far conoscere ai cattolici il vero messaggio sociale cristiano” allo scopo di guidare l'azione cattolica nelle varie categorie del mondo del lavoro, sia autonomo che dipendente[1]. Le giornate sono organizzate in lezioni e discussioni sui problemi sociali più attuali. La prima edizione si è svolta a Pistoia nel 1907.
La prima Settimana sociale si tenne dal 23 al 28 settembre 1907 a Pistoia, con alcune sessioni anche a Pisa (dove insegnava Toniolo). Erano gli anni del non expedit, il divieto papale rivolto ai fedeli di partecipare alla politica; l'Opera dei congressi era stata sciolta da poco (1904), limitando di fatto il peso del mondo cattolico nella vita pubblica. La nuova iniziativa fu una reazione a queste difficoltà. Nelle Settimane sociali si cercava di applicare la dottrina sociale della Chiesa a temi concreti come i contratti di lavoro e la condizione delle popolazioni rurali.
A partire dal 1927 l'Università Cattolica del Sacro Cuore assunse un ruolo cruciale nell'organizzazione delle Settimane, che allo stesso tempo sperimentarono però la crescente repressione del regime fascista. Le Settimane sociali ebbero sempre più difficoltà: l'edizione del 1931 saltò per indisponibilità dell'Azione cattolica, poi nel 1934 ci fu un'interruzione, che durò fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Alla fine degli anni sessanta il mondo cattolico italiano era attraversato da dissensi, segnato dagli abbandoni da parte di sacerdoti e religiosi, dal conflitto tra Azione Cattolica e movimenti. Mancarono le condizioni affinché si verificasse una reazione analoga a quella d'inizio secolo. Le Settimane sociali furono lasciate cadere nel 1970.
La ripresa venne decisa nel 1988 con una Nota pastorale della CEI dal titolo: Ripristino e rinnovamento delle Settimane Sociali dei cattolici italiani[2] .