Seriola lalandiLa ricciola codagialla (Seriola lalandi Valenciennes, 1833) è un pesce pelagico della famiglia Carangidae. EtimologiaIl nome scientifico della specie, lalandi, rappresenta un omaggio da parte di Achille Valenciennes all'esploratore francese Pierre Antoine Delalande, che gli procurò gli esemplari utilizzati per la classificazione tassonomica[2]. DescrizioneDimensioniI record di dimensioni e peso della ricciola codagialla sono di 250 cm e 96,8 kg[3]: in generale, tuttavia, questi pesci tendono a rimanere da adulti attorno al metro di lunghezza e alla decina di chili di peso. AspettoLa ricciola codagialla presenta l'aspetto tipico delle ricciole e più in generale dei grandi nuotatori pelagici, con forma robusta ma allungata e idrodinamica, peduncolo caudale sottile e coda profondamente forcuta e omocerca. La colorazione è blu-verdastra dorsalmente e bianca ventralmente, con una banda gialla a dividere le due colorazioni che va dall'area nasale alla coda, la quale (come intuibile dal nome comune) è anch'essa gialla. BiologiaLa biologia di questi pesci in natura rimane ancora quasi completamente avvolta nel mistero. Questi pesci sono famosi fra i pescatori per la loro innata curiosità, che li porta ad avvicinarsi alle imbarcazioni o ai corpi galleggianti per poterli ispezionare più da vicino. Si tratta di pesci moderatamente sociali, che formano gruppetti o (in special modo da giovani) banchi anche di una certa entità, non di rado in associazione con altre specie dalle abitudini di vita similari (come il tonno rosso meridionale e il carango dentice[4]). AlimentazioneSi tratta di formidabili predatori, i quali si nutrono in massima parte di organismi pelagici gregari che vengono catturati dopo un veloce inseguimento: fra le prede della ricciola codagialla figurano gamberi, calamari, sgombri, aguglie australi e salmoni australiani[5]. Questi pesci sono inoltre stati osservati mentre predavano uccelli marini[6]. La ricciola codagialla è nota per l'abitudine di seguire le razze durante la loro ricerca di cibo sui fondali sabbiosi poco profondi, avvantaggiandosi della capacità di queste ultime di percepire la presenza di cibo nascosto grazie alle ampolle di Lorenzini[6]. RiproduzioneLa riproduzione di questi animali in natura rimane ancora quasi del tutto sconosciuta: in cattività, questi pesci cominciano a mostrare comportamento riproduttivo quando la temperatura dell'acqua supera i 19°C[8]. Gli esemplari in età post-larvale , dalla caratteristica livrea a larghe zebrature verticali, frequentano il mare aperto nascondendosi fra il materiale galleggiante trasportato dalle correnti. La livrea adulta viene raggiunta quando l'animale misura circa 30 cm di lunghezza. La speranza di vita di questi pesci si aggira attorno ai 12 anni[3]. Distribuzione e habitatSi tratta di pesci ad ampia distribuzione che con una serie di areali disgiunti popolano gran parte delle acque temperate e subtropicali dell'emisfero australe (Sant'Elena, Africa meridionale, Australia, Nuova Zelanda, isole del Pacifico dalla Nuova Caledonia alle Hawaii all'isola di Pasqua, costa pacifica del Sudamerica) e, con due popolazioni isolate, anche le acque giapponesi e la costa pacifica nordamericana dalla Columbia Britannica a Cabo San Lucas. La ricciola coda gialla è un grande nuotatore, che predilige le aree di scogli sommersi circondati da ampie aree aperte sabbiose od erbose[7], in genere al di sotto dei 50 m di profondità (sebbene vengano regolarmente catturati esemplari fino a 300 m di profondità, ed il limite massimo registrato finora è di 824 m)[3]. Questi pesci prediligono acque piuttosto calde (17-24 °C[3][10]), ma non di rado attraversano o passano periodi di tempo anche lunghi in aree più temperate, spostandosi più in profondità per conservare energia[11]. TassonomiaAlune autorità tassonomiche riconoscerebbero le popolazioni dell'emisfero boreale come specie a sé stanti, più precisamente Seriola aureovittata del Pacifico nord-occidentale e Seriola dorsalis del Pacifico nord-orientale[3]. Rapporto con l'uomoLa ricciola codagialla rappresenta da sempre una preda ambita dai pescatori nelle aree dove essa è diffusa: in Nuova Zelanda questi pesci rappresentavano una fonte di cibo primaria per i Maori (che li conoscevano col nome di haku), che li catturavano tradizionalmente con ami dall'esca madreperlacea o tramite reti a circuizione. Fra i Maori la ricciola codagialla viene tradizionalmente associata alle qualità di capi e guerrieri, con alcuni iwi che associano questo pesce alla fine della vita: i primi coloni europei non apprezzavano il sapore delle carni di questo pesce, che tuttavia al giorno d'oggi è fra i più pregiati della zona[6]. L'acquacoltura di questi pesci viene praticata dagli anni 2000, con risultati altelenanti[14][15]: il maggiore produttore di ricciola codagialla d'allevamento si trova nella penisola di Eyre in Australia Meridionale, ed altri tentativi di riproduzione in Australia sono stati fatti in Australia Occidentale (Geraldton e Houtman Abrolhos)[16][17]. Gran parte della ricciola codagialla in commercio viene venduta sul mercato giapponese. Note
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