Sennedjem
Sennedjem (... – prima del XIV secolo a.C.) è stato un funzionario egizio durante la XIX dinastia egizia. Sennedjem, che significa "dolce fratello", era un artigiano che lavorava nella Necropoli tebana e, segnatamente, alla realizzazione e manutenzione delle tombe reali della Valle dei Re; visse durante la XIX dinastia, sotto il regno di Seti I e di suo figlio Ramses II. Aveva il titolo di Servitore della sede della verità a ovest di Tebe [N 1]. Aldilà della dizione di servo, in realtà Sennedjem era anche un funzionario di rango elevato con l'incarico di sorvegliante della necropoli dei re come dimostra, peraltro, la scena parietale che lo ritrae mentre impugna uno scettro sekhem, simbolo di potere.
sDm-aS m st mAat BiografiaSennedjem visse a Deir el-Medina, nel villaggio, fondato da Thutmosi I, riservato alle maestranze che erano impiegate nella costruzione e successiva manutenzione delle sepolture, sia reali che dell'ampia area nota come Tombe dei Nobili. Figlio di Kabekhnet e Tahennu; Inyferti fu sua moglie, Khonsu e Khabekhnet suoi figli. Di quest'ultimo, la cui tomba è la vicina TT2, è noto che avesse due mogli e che due dei suoi numerosi figli si chiamavano Bunakhtef e Rahotep. Fu seppellito nella tomba contrassegnata dalla sigla TT1, nelle immediate adiacenze della sua abitazione. Come per altre tombe dell'area di Deir el_Medina riservate agli artigiani e lavoranti del Villaggio operaio, la TT1 è di modeste dimensioni, ma le decorazioni interne rispecchiano la notevole abilità di chi lavorava per la nobiltà più esigente e per lo stesso sovrano[1].
ỉy-nfrtỉ Nelle pitture parietali, oltre Sennedjem è rappresentata anche la sua sposa Inyferti, ovvero "Quella che viene in bellezza"; una delle scene più rappresentative e nota, è quella dei Campi di Iaru, in cui, dopo che il defunto è stato dichiarato "Giusto di voce"[N 2], entrambi arano e mietono. Tomba TT1La tomba di Sennedjem[N 3], catalogata TT1, venne scoperta intatta il 31 gennaio 1886 e acquisita il successivo 1 Febbraio dalle autorità egiziane tra cui Gaston Maspero, Urbain Bouriant e Eduard Toda i Güell[2]. L'ipogeo era, verosimilmente, una tomba di famiglia dove vennero rinvenuti, all'atto della scoperta, venti mummie di varie generazioni. Dei venti corpi contenuti nella TT1, 9 in sarcofagi e gli altri semplicemente avvolti in bende, molti erano sicuramente ascrivibili alla famiglia del titolare Sennedjem; per altri quattro non è stato possibile risalire alla parentela con il titolare. La tomba di Sennedjem è uno dei migliori esempi di arte pittorica ramesside, la più interessante e la meglio conservata del sito. Altri nomi
NoteAnnotazioni
Fonti
Bibliografia
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