Seconda spedizione in Kamčatka

Seconda spedizione in Kamčatka
Tiponavale
Parte diRicerca del passaggio a nord-est
Obiettivo
Anni1733-1743
Data di partenza1733
Data di ritorno1743
EsitoScoperta europea dell'Alaska, delle isole Aleutine, delle isole del Commodoro, dell'isola di Bering
Equipaggiamento
ComandantiVitus Bering
Uomini celebriJohann Georg Gmelin, Alexander Wilhelm Martini e Vitus Bering
FinanziamentoPietro I di Russia
Prima spedizione in Kamčatka

La seconda spedizione in Kamčatka (in russo вторая камчатская экспедиция?, vtornaja kamčatskaja ėkspedicija), chiamata anche grande spedizione del nord (великая северная экспедиция), fu una delle più grandi spedizioni della storia intrapresa al fine di mappare la costa artica della Siberia; di provare o meno la presenza di un collegamento terrestre tra Asia ed America, rilevando parte della costa nordamericana; confermare o meno l'esistenza della leggendaria Gamaland[1][2] nel Pacifico e spingersi a sud verso il Giappone. La spedizione, interamente finanziata dalla Russia, con migliaia di persone direttamente e indirettamente coinvolte, era composta da distaccamenti indipendenti le cui esplorazioni avvennero tra il 1733 e il 1743.

Nouvelle Carte des Decouvertes faites par des Vaisseaux Russiens (di G. F. Müller) con i confini dell'Eurasia nord-orientale, pubblicata dal dipartimento di geografia dell'Accademia delle Scienze di San Pietroburgo, nel 1754.

Il principale organizzatore e capo della spedizione fu Vitus Jonassen Bering, che era stato incaricato dallo zar Pietro I di Russia di guidare la prima spedizione in Kamčatka. La zarina Anna, nipote di Pietro, promosse e affidò anche la seconda spedizione a Bering seguendo il volere dello zio.[2] La spedizione fu caldamente sostenuta dall'Ammiragliato, presieduto da Nikolaj Fëdorovič Golovin (Николай Фёдорович Головин)[3], e dal segretario generale del senato Ivan Kirillovič Kirilov (Иван Кириллович Кирилов)[4].

I risultati della spedizione compresero la scoperta europea dell'Alaska, delle isole Aleutine, delle isole del Commodoro, dell'isola di Bering, nonché la summenzionata valutazione cartografica delle coste settentrionali e orientali della Russia e delle isole Curili. Fu definitivamente confutata la leggenda dell'esistenza di una terra nel nord Pacifico, e vennero eseguite ricerche etnografiche, storiche e scientifiche in Siberia e in Kamčatka. Il sogno di un passaggio a nord-est, economicamente vitale e ricercato fin dal XVI secolo, iniziava a concretizzarsi.

I distaccamenti della spedizione

La costa artica russa

L'esplorazione della costa dell'Oceano Artico era divisa in sezioni:

Gli ultimi due distaccamenti erano entrambi partiti da Jakutsk nel giugno del 1735 e avevano navigato fino alla foce della Lena: Lasinius si era diretto a est e Prončiščev a ovest.

Due distaccamenti navali in Estremo Oriente:

Due distaccamenti di terra:

I distaccamenti del Pacifico di Bering e Spanberg

Modellino della San Pietro (museo di Sebastopoli)

Nell'estate del 1740 a Ochotsk furono fatte costruite per la spedizione due navi: la San Pietro e la San Paolo (Святой Пётр e Святой Павел) che furono poi spostate nella baia dell'Avača in Kamčatka, dove gli equipaggi eressero un forte che in seguito sarebbe divenuto la città di Petropavlovsk-Kamčatskij. Il 4 giugno 1741, la San Pietro e la San Paolo, sotto il rispettivo comando di Vitus Bering e Aleksej Čirikov, salparono verso le coste dell'America. All'inizio del viaggio, le navi si persero di vista in una densa nebbia e dovettero continuare il viaggio separatamente. La San Pietro, sotto il comando di Bering, avvistò, il 16 luglio, i monti Sant'Elia[10] e raggiunse l'isola Kayak[11] nel golfo dell'Alaska. Faceva parte della spedizione il naturalista Georg Wilhelm Steller[10]. Sulla via del ritorno la nave si schiantò su una piccola isola dove l'equipaggio dovette svernare e dove Bering morì. Solo nell'agosto del 1742 i sopravvissuti riuscirono a raggiungere l'Avača costruendo un'imbarcazione con i resti della San Pietro[10].

La San Paolo sotto il comando di Aleksej Čirikov, l'11 luglio, avvistò la costa dell'attuale Columbia Britannica e gettò l'ancora a ovest dell'isola Principe di Galles.[12] Čirikov inviò a terra in tempi successivi due piccole imbarcazioni alla ricerca di un approdo, ma nessuna delle due fece ritorno e non fu possibile rifornirsi d'acqua dolce.[10] L'8 ottobre dello stesso anno l'equipaggio fece ritorno alla baia dell'Avača senza esser potuto sbarcare sulle coste americane.[10][12]

Nell'estate del 1738, il distaccamento di Spanberg si diresse verso il Giappone su tre imbarcazioni: il brigantino Arcangelo Michele (Архангел Михаил), lo sloop a due alberi Nadežda (Надежда; in italiano Speranza) e il San Gabriele (Святой Гавриил). Le navi erano rispettivamente comandate da Spanberg, da Aleksej Šel'ting (Алексей Елеазарович Шельтинг)[13] e dal luogotenente William Walton. Entrate in una fitta nebbia però si persero a vicenda e ciascuna navigò per proprio conto. Spanberg sull'Arcangelo Michele percorse la cresta delle Curili, ma a causa del maltempo e della mancanza di cibo, dovette far ritorno a Bol'šereck[14] dove si riunì con le altre navi.

L'impero russo: carta del 1754 con i risultati della Seconda spedizione in Kamčatka.

Nel maggio del 1739 il distaccamento salpò nuovamente supportato dal nuovo sloop Bolsheretsk, costruito appositamente per il passaggio tra le rocce costiere e le secche tra le isole, e raggiunse le isole Curili. Il 16 giugno 1739 i marinai videro per la prima volta la costa nord-orientale dell'isola di Honshū e si diressero verso sud dove avvenne un incontro con i giapponesi. Il 24 giugno, l'Arcangelo Michele raggiunse l'isola di Hokkaidō e poi tornò indietro. William Walton, che era al comando del San Gabriele, arrivò all'isola di Honshu nelle stesse date pur viaggiando separatamente. Il 24 luglio, anche il San Gabriele era sulla via del ritorno.

Nel maggio del 1742, le navi affrontarono un nuovo viaggio verso le isole Curili per completarne la registrazione che terminò alla fine di luglio.

Note

  1. ^ Gamaland o Joao-da-Gama-Land, terra suppostamente avvistata da João da Gama, nipote di Vasco da Gama, alla fine del XVI secolo
  2. ^ a b Lodovico Sacchi, Vitus Bering, il Colombo dello Zar, su ilpostalista.it. URL consultato il 17 novembre 2017.
  3. ^ (RU) Николай Федорович Головин, su navy.su. URL consultato il 20 novembre 2017.
  4. ^ (RU) Иван Кириллович Кириллов, su hrono.ru. URL consultato il 20 novembre 2017.
  5. ^ (RU) Муравьев Степан Воинович, su hrono.ru. URL consultato il 19 novembre 2017.
  6. ^ a b c d e (RU) Великая Северная экспедиция 1732-1743, su tur-plus.ru. URL consultato il 20 novembre 2017.
  7. ^ (RU) Петр (Ласиниус, Питер) Ласиниус, su shiphistory.ru. URL consultato il 19 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2020).
  8. ^ (RU) А.Д. Красильников, su library.ruslan.cc. URL consultato il 21 novembre 2017 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2019).
  9. ^ (RU) Вторая Камчатская экспедиция, su ricolor.org. URL consultato il 21 novembre 2017.
  10. ^ a b c d e (RU) Вторая Камчатская экспедиция Витуса Беринга и Алексея Чирикова 1740-1741, su tur-plus.ru. URL consultato il 21 novembre 2017.
  11. ^ (EN) Bering Expedition Landing Site, su nps.gov. URL consultato il 20 novembre 2017.
  12. ^ a b (EN) Aleksey Ilich Chirikov [collegamento interrotto], su britannica.com. URL consultato il 20 novembre 2017.
  13. ^ (RU) Шельтинг Алексей Елеазарович, su pomnipro.ru. URL consultato il 26 novembre 2017.
  14. ^ Insediamento dell'Ust'-Bol'šereckij rajon ora abbandonato, sulla costa occidentale della Kamčatka.

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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