Scrittura iberica nordorientaleLa scrittura iberica nordorientale o semplicemente iberica, o levantina, è la scrittura paleo-ispanica più documentata. Le iscrizioni (95% sul totale) che usavano questa scrittura, sono in lingua iberica come in iberico sono quelle che utilizzavano la scrittura iberica sudorientale e l'alfabeto greco-iberico. Si diffuse fra il V e il II secolo a.C. nel nord-est della penisola iberica (nelle attuali regioni di Aragona, Comunità Valenciana, Catalogna) e nel sud-est francese (parte dell'attuale Occitania). Attorno alla metà del III secolo a.C., e cioè alla vigilia dell'invasione punica, era indiscutibilmente la scrittura più utilizzata nella penisola iberica. Dopo la conquista romana dell'Hispania (a cavallo fra il III e il II secolo a.C.) l'alfabeto iberico continuò ad essere usato, insieme a quello latino, fino alle soglie dell'era volgare. Fu decifrata per la prima volta negli anni venti del Novecento (1922) da Manuel Gómez-Moreno. Attualmente sono note circa milleottocento iscrizioni in questa scrittura. Storia e diffusioneLa scrittura iberica nordorientale fu originata, seconda la maggior parte degli studiosi, dall'alfabeto fenicio, anche se, nel corso del proprio sviluppo, ricevette una certa influenza anche da quello greco. Assolutamente minoritaria è la tesi secondo cui la scrittura iberica nordorientale sia stata una naturale evoluzione della scrittura iberica sudorientale, molto simile alla scrittura del Sud-Ovest o tartessica. La scrittura iberica nordorientale si diffuse fra il V e il II secolo a.C. nel nord-est della Penisola iberica (nelle attuali regioni di Aragona, Comunità Valenciana, Catalogna) e nel sud-est francese (parte dell'attuale Occitania). Attorno alla metà del III secolo a.C., e cioè alla vigilia dell'invasione punica, era indiscutibilmente la scrittura più utilizzata nella Penisola Iberica. Dopo la conquista romana dell'Hispania (a cavallo fra il III e il II secolo a.C.) l'alfabeto iberico continuò ad essere usato, insieme a quello latino, fino alle soglie dell'era volgare. Ne fanno fede:
La scrittura iberica nordorientale fu adattata, attorno al III secolo a.C., alla lingua celtiberica (Scrittura celtiberica o celtibera) CaratteristicheA differenza di altri alfabeti e sistemi di scrittura, la scrittura iberica nord-orientale si componeva anche di segni rappresentanti suoni sillabici. Ma, a differenza dei sillabari, erano presenti in essa anche dei segni rappresentanti vocali e consonanti. Le cinque vocali, a, e, i, o, u, erano rappresentate da segni specifici, come anche le consonanti l, m, n, r, s. Per la r , la s e la m erano stati predisposti due caratteri: r / r´ , s / s´ e m / m´. Le sillabe labiale ba, be, bi, bo, bu, le dentale ta, te, ti, to, tu, e le velare ka, ke, ki, ko, ku erano espresse da lettere specifiche. A differenza delle altre scritture paleoispaniche, la scrittura iberica nordorientale veniva scritta da sinistra verso destra. Secondo alcuni studiosi, tale caratteristica era forse dovuta all'influenza del sistema alfabetico greco-ionico, scritto anch'esso da sinistra verso destra[2]. VarietàLa scrittura iberica nordorientale si articolava in due varietà principali:
NoteBibliografia generale
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