Scipione Li Volsi Junior - per distinguerlo dal capostipite Scipione Senior (nonno paterno) - e altrimenti noto come Simone o Simeone, appartenente alla bottega di artisti originaria del comprensorio dei Nebrodi. Particolarmente attivo a Palermo e in molti centri delle Madonie.[1]
Figlio di Giuseppe Li Volsi, creatore di sculture in legno e bronzo, affreschi e relative decorazioni. La sepoltura è collocata all'interno della chiesa di San Giuseppe, la lapide è opera sua.
1622, Santa Caterina d'Alessandria, statua lignea dorata e policroma, già parte della monumentale custodia eucaristica realizzata per la chiesa madre di Santa Lucia di Mistretta.
1665 - 1668, Decorazioni, manufatti in stucco comprendenti le statue raffiguranti santi e profeti tra cui il Profeta Daniele, San Giovanni Battista, San Giuseppe e Re David, il Crocifisso ligneo, opere custodite nella chiesa di Maria Santissima Assunta di Tusa.
1620, Arco trionfale, manufatto lapideo, collaborazione col fratello Francesco per l'ingresso dimora della marchesa di Geraci a Castelbuono.
1621 - 1622, Chiesa militante e chiesa trionfante, decorazioni e manufatti in stucco della tribuna maggiore, ispirata alla distrutta Tribuna di Antonello Gagini, le decorazioni a stucco della Cappella della Madonna Libera Inferni e della Cappella del Santissimo Sacramento sono eseguite in collaborazione coi fratelli Francesco e Paolo, e rimaneggiate in epoche successive. Santa Maria Maddalena, San Bartolomeo, San Giovanni Battista, San Pietro e San Paolo, otto figure di Apostoli, Dio Padre al centro della volta seduto fra angeli e nuvole, i rilievi degli Evangelisti a mezze figure su tondi, angeli, puttini e decorazioni varie. Opere presenti nel duomo di Santa Maria Maddalena di Ciminna.[2]
XVII secolo, Decorazioni, manufatti in stucco eseguiti in collaborazione coi fratelli Francesco e Paolo. Opere presenti nella Cappella dell'Addolorata del duomo di San Nicolò di Isnello.
Filippo IV, in seguito destinata alla piazza del palazzo reale, fu successivamente rifusa per assumere dimensioni maggiori e poi definitivamente distrutta.
^Pagina 215, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" [1], Volume III, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
^Pagina 230, Gioacchino di Marzo, "Diari della città di Palermo dal secolo XVI al XIX: pubblicati ... " [2], Volume 14, Palermo, Luigi Pedone Lauriel, 1873.
Salomone Marino S., "L'autore della statua in bronzo a Carlo V in Palermo", in «Archivio Storico Siciliano», XI, Palermo 1887.
Garstang Donald, "Giacomo Serpotta e gli stuccatori di Palermo", Palermo, 1990.
Ragonese A., Ragonese Peppino, "La bottega d'arte dei Li Volsi, scultori tusani del XVII secolo", Palermo, 1990.
Filangeri Camillo, "Note su Tusa e i Li Volsi, a proposito delle arti figurative in Sicilia tra XVI e XVII secolo", in «Archivio Storico Messinese», vol. 57, III serie, XLVIII, 1991.
Pettineo Angelo, "Documenti per la bottega dei Li Volsi di Tusa", in «Archivio Storico Messinese», vol. 72, Messina, 1996.
Pettineo Angelo, "Itinerari livolsiani e schede delle rispettive opere", in: I Li Volsi, cronache d'arte nella Sicilia tra '500 e '600", Palermo, 1997.
Pettineo Angelo, Ragonese Peppino, "Dopo i Gagini, prima dei Serpotta, i Li Volsi", Palermo, 2007.