Salvatore MazzaSalvatore Mazza (Milano, 19 aprile 1819 – Milano, 24 ottobre 1886) è stato un pittore, scrittore, incisore e illustratore italiano. La famiglia milanese Mazza ha dato tre artisti: Salvatore Mazza - che come vignettista si firmava Salvatore - suo fratello Giuseppe (Milano, 1817 - Milano, 1884), pittore di soggetti storici e di genere e Aldo (Milano, 1880-Gavirate, 1964) - figlio di Giuseppe - che è stato pittore, pubblicitario, disegnatore e caricaturista BiografiaFiglio di Carlo, ragioniere, dipendente del marchese Giuseppe Arconati Visconti nel 1840 si laureò in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Pavia. Abbandonò presto l'dea della carriera di avvocato e nel 1842 presentò una serie di dipinti di genere all'esposizione di Brera. PittoreSulle orme di Domenico Induno, Salvatore Mazza scelse più tardi di concentrarsi sulla pittura realistica, in contrapposizione con la corrente romantica dominante che preferiva una pittura aulica e storica. Nel 1844 presentò a Brera due tele con episodi della guerra d'indipendenza greca e dipinti di genere di ambientazione popolare. Intraprese lunghi viaggi di studio nello Stato Pontificio e nel Regno delle Due Sicilie, cogliendo nuovi spunti dalla vita nelle città e nei borghi e riempiendo i suoi album con schizzi di paesaggi e di figure. Tornato a Milano dipinse Funerale nella Campagna romana, Briganti calabresi, La maliarda (1845) e Predica al santuario nelle vicinanze di Sora (1847). Patriota e soldatoCon il padre Carlo e con il fratello maggiore Giuseppe si distinse a marzo 1848, durante la difesa di Milano dalle truppe austriache. Molti anni più tardi raccolse i suoi ricordi nel libro autobiografico Le Cinque giornate di Milano (1885), in cui descrisse la sua esperienza tra i sostenitori di Carlo Cattaneo. Sullo stesso tema dipinse nel 1850: Scena delle Cinque giornate in via Santa Radegonda, Scena delle Cinque giornate a porta Tosa, Notturno milanese e Milano 18 marzo 1848 l'inizio della rivoluzione delle Cinque giornate. Con il fratello Giuseppe militò nelle file dell'esercito piemontese, durante la Campagna del 1859. Scrittore e pittoreArtista versatile, si dedicò alla scrittura di romanzi storici, come Il memoriale di frà Luca d'Avellino - ambientato nella Napoli settecentesca e impreziosito da circa 800 sue illustrazioni, fra scene di genere e paesaggi, realizzate con tocco rapido e sicuro - e Fantasie artistiche e letterarie. Fra il 1850 e il 1854 presentò a Brera 28 dipinti, tra cui I bravi alla Malanotte, soggetto tratto da I promessi sposi. Due suoi paesaggi montani - Un uragano sull'Appennino e La caduta del sole - furono pubblicati.[1] Nel 1856, con il dipinto Una mandria in riposo, ottenne il premio Mylius. Realizzava anche tele di medie o di piccole dimensioni, con paesaggi e con animali, per accontentare i gusti della borghesia milanese. Dipingeva spesso en plein air, come raccontò in Gite d’artista e studii dal vero: descrizioni e racconti. Lavorava in particolare sulle colline prealpine e appenniniche, secondo il metodo preferito da altri paesaggisti lombardi, come Giovanni Battista Lelli e Gaetano Fasanotti (1831–1882). VignettistaCome disegnatore, caricaturista e vignettista, collaborò a giornali satirici, tra cui Lo Spirito Folletto e le due riviste milanesi di Leone Fortis Il Pungolo e Panorama, su cui scrivevano Cletto Arrighi, Ippolito Nievo, i commediografi veneziani Paulo Fambri e Vittorio Salmini, e Giuseppe Rovani. Come illustratore collaborò a I misteri del Vaticano o La Roma dei papi (1861-62) di Franco Mistrali, edito in quattro volumiː una curiosa e anticlericale rilettura della storia della Chiesa. Il suo dipinto La stalla di un albergo fu premiato all'Esposizione nazionale di Firenze del 1861, mentre le tele Il pensieroso, Il maniscalco e Stalla rustica, furono presentate all’Esposizione universale di Parigi del 1867. Fu eletto membro del consiglio dell'Accademia di Brera; recensì mostre sui quotidiani milanesi Il Pungolo e La Lombardia, quindi su L'Illustrazione Italiana. Fu socio onorario delle accademie d'arte di Mantova e di Urbino. Un suo ritratto giovanile, dipinto dal fratello Giuseppe, è a Milano, al Centro nazionale di studi manzoniani, a Casa Manzoni. Bibliografia degli scritti
Bibliografia delle illustrazioni
OnorificenzeNote
Bibliografia
Collegamenti esterni
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