SahdonaSahdona (Halmon, ca. 600 – Edessa, ca. 650) è stato un religioso e scrittore siro. Conosciuto anche con il nome di ellenizzato di Martyrios, o quello latinizzato di Martyrius, in quanto "Sahda" significa "Martire" in siriaco. Monaco e vescovo della Chiesa d'Oriente, scrittore religioso di lingua siriaca, visse agli inizi del VII secolo. BiografiaNacque poco prima dell'anno 600 nella località di Halmon nel "Beth Nuhadra", a nord di Mosul, ed entro verso il 615/620 nel monastero di Beth 'Abhé, 80 chilometri a nord-est di Mosul. Nel 630 fece parte della delegazione cristiana, diretta dal catholicos Ishoʿyahb II, inviato dalla regina Boran vicina all'imperatore bizantino Eraclio I; l'incontro ebbe luogo ad Aleppo e fu occasione d un confronto tra teologi della Chiesa bizantina e della Chiesa d'Oriente. Verso il 635/640 Sahdona fu consacrato vescovo di Mahoze d'Arewan nella provincia ecclesiastica di Kirkuk (Beth Garmai)[1]. Ma dopo poco, verso il 642/643 fu deposto ed esiliato dal suo seggio, accusato di difendere una teologia incompatibile con il nestorianesimo[2]. Si rifugiò prima da Ciriaco, metropolita di Nisibi, favorevole ad un riavvicinamento con la Chiesa bizantina, e poté essere riammesso al suo precedente incarico grazie all'azione dei suoi sostenitori; ma venne definitivamente condannato da un sinodo nel 647 e scomunicato dal patriarca Ishoʿyahb III nel 649. Quindi cambiò Chiesa, e fu nominato vescovo della Chiesa ortodossa di Edessa. Non mantenne il posto per molto, in quanto fu presto deposto per eterodossia; dunque non trovò una collocazione né nella Chiesa d'oriente né in quella bizantina. Morì poco dopo il 650, probabilmente dopo essere diventato eremita nella zona di Edessa[1]. OpereSahdona fu l'autore di una lunga opera sulla spiritualità cristiana, divisa in due parti, intitolata Libro della Perfezione. La prima parte comprendeva in origine ventidue capitoli, ma i primi sedici vennero strappati a causa dell'eresia dell'autore, per cui ne sono rimasti soltanto sei. La seconda parte comprende quattordici capitoli[1]. Conserviamo dello scrittore anche cinque lettere indirizzate a monaci; ed una raccolta di massime ascetiche[1]. "È poco incentrato sulla teologia mistica speculativa [...] e ci porta, in un linguaggio molto bello e coinvolgente, l'espressione equilibrata di una esperienza spirituale, senza dubbio, molto profonda" (Robert Beulay). Il Libro della Perfezione "è notevole per la freschezza del suo approccio e per il suo orientamento fortemente biblico, [...] per l'accento messo sul cuore come punto centrale della persona interiore, piuttosto che sullo spirito, come se questa diventasse la norma sotto l'influenza delle tradizioni di Evagrio Pontico e dello Pseudo-Dionigi l'Areopagita" (Sebastian Brock). La quinta lettera è la risposta a un monaco che si era lamentato che il Libro della Perfezione non contenesse direttive sulle tappe più avanzate della contemplazione. Sahdona diede qualche indicazione, ma si mostrò reticente a cimentarsi su questo terreno. Edizioni moderne
Note
Bibliografia
Voci correlateCollegamenti esterni
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