Prima delle due praetextae composte da Ennio, l'opera aveva carattere storico-mitologico e narrava l'episodio del ratto delle Sabine, celebrando alcune leggendarie figure della storia romana tra cui quella del fondatore e primo re di Roma, Romolo.[1]
Ne restano due versiː Cum spolia generis detraxeritis, - ^ / quam inscriptionem dabitis?[2].