Roberto Ferri (pittore)Roberto Ferri (Taranto, 20 febbraio 1978) è un pittore italiano. Biografia e produzione artisticaDiplomato a Taranto al Liceo artistico "Lisippo", si trasferisce a Roma nel 1999 dove si forma presso l'Accademia di Belle Arti di Roma,[1] laureandosi con 110 e lode nel 2006, nel corso di scenografia.[2] La pittura di Ferri è fortemente influenzata dallo stile caravaggesco, neoclassico e dei preraffaelliti.[3] Nel suo lavoro talvolta si notano anche elementi di iperrealismo fotografico. La lezione dei grandi artisti del passato è importantissima dal punto di vista tecnico, compositivo, coloristico, ma anche tematico, soprattutto per quanto riguarda l'aspetto onirico dell'Ottocento; questo bagaglio culturale si pone come base da cui l’artista si muove concettualmente per dare vita a opere contemporanee, spesso inquietanti.[4]. Fra le esposizioni personali, si ricordano Oltre i sensi/Beyond the senses (2009), curata da Fabio Isman presso il Complesso del Vittoriano e poi riproposta all'Istituto Italiano di Cultura di Londra, con catalogo edito da Skira;[5] Noli foras ire (2013) presso il Palazzo delle Esposizioni di Roma, sotto la supervisione di Vittorio Sgarbi e con catalogo edito da Giunti,[6] in cui vennero esposti, tra gli altri, alcuni dipinti facenti parte della Via Crucis commissionata al pittore per la Cattedrale di Noto;[7] L'eternità della pittura (2014), presso la Galleria ETRA evénts di Firenze, presentata da Vittorio Sgarbi, che per l'occasione definì Ferri «perverso e fantasioso, senza sentirsi estraneo alla contemporaneità» e «un pittore antico che applica il suo magistero a pensieri moderni».[8][9][10] Nel 2011 ha preso parte con un'opera a soggetto sacro alla 54ª Biennale di Venezia,[11][12] mentre con l'opera Gaia partecipa all'Expo di Milano 2015, all'interno del Padiglione Eataly, nell'ambito della mostra Il tesoro d'Italia, curata da Vittorio Sgarbi.[13] Nel 2018 la Fondazione Stelline di Milano ha dedicato all'artista la personale Oscura Luce, curata da Angelo Crespi.[14][15] Esposizione che nello stesso anno è stata riproposta presso il Complesso Monumentale dello Steri di Palermo.[16] Nel 2021 in occasione dell'anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri ha realizzato Il Bacio di Dante e Beatrice, un'opera che suggella la sublimazione di un bacio mai avvenuto, con la scelta, da parte del pittore, del modello e attore italiano Edoardo Sferrella come riferimento per la figura del Sommo Poeta;[17] il dipinto è stato commissionato da Magnum per la campagna MagnumXDante in partnership con le Scuderie del Quirinale[18][19] ed è stato esposto presso Palazzo Firenze di Roma.[20] Stile e contenutiFerri rende visibile nelle sue opere un conflitto interiore tra il bene e il male, dando forma al pensiero, all'idea, al sentimento o all'emozione.[21] Nel suo linguaggio simbolista i corpi sono la raffigurazione dell'anima: perfetti se pura, deformati se corrotta o perduta.[22] Come spiega l'artista in un'intervista: i demoni rappresentano anche inquietudini quotidiane, sono vicende ed esperienze di vita viste attraverso il filtro della pittura e che assumono quindi tutt'altra forma: ecco che forme demoniache, deformazioni del corpo, sono in realtà anche deformazioni dello spirito. L’aspetto surreale è collegato quindi a quello della deformazione dell'anima. Spesso sono presenti nelle sue opere elementi di ferro battuto, come ad esempio gli astrolabi, strumenti di misurazione che assumono però tutt’altra funzione, quasi di controllo: rappresentano la parte razionale che cerca di controllare le deformazioni dello spirito, anche in maniera dolorosa. Le opere di Ferri, intrise da un’atmosfera misteriosa e caravaggesca, raccontano un mondo interiore nato da ispirazioni improvvise o visioni notturne.[4] «Ogni mia opera è quasi come se fosse una preghiera a Dio.» Note
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