Riserva naturale Monte Labbro
La riserva naturale Monte Labbro è un'area naturale protetta situata nel comune di Arcidosso, in provincia di Grosseto ubicata a sud-ovest del monte Amiata in un'area di grande valore paesaggistico, ambientale e storico[1]. Vi si accede dalla frazione di Zancona. L'area della riserva naturale (616 ha) comprende al suo interno sia il parco faunistico del Monte Amiata, che la vetta del monte Labbro (altezza m. 1193), con la torre Giurisdavidica, legata alla memoria storica di Davide Lazzaretti. Una parte consistente della superficie della riserva è di proprietà pubblica. È molto elevato il valore per l'avifauna legata agli ambienti rupicoli, alle praterie rocciose, ed agli ambienti agropastorali tradizionali. IstituzioneD.C.P. 73, 13.05.98 - D.D. 1490, 16.11.98[non chiaro] Su parte della riserva insiste il sito di interesse regionale "Monte Labbro e alta valle dell'Albegna", tutelato anche come zona di protezione speciale (ZPS) e proposto come sito di importanza comunitaria (pSIC). TerritorioLa riserva è situata nella parte orientale della provincia ad una distanza di circa 35km in linea d'aria da Grosseto. Il territorio è di media montagna, con rilievi come il Monte omonimo che raggiunge l'altitudine di 1.190 metri ed altri intorno ai 900-1000 metri. I corsi d'acqua principali sono rappresentati dai torrenti Onanzio e Zancona. La geologia annovera formazioni a calcari vari (prevalenti), compreso il rosso ammonitico, a calcareniti, ad argilliti e a diaspri. Il paesaggio della riserva è particolarmente suggestivo, in quanto contrastante con quello del vicino cono vulcanico del monte Amiata. Infatti, la cima del monte Labbro, costituita da rocce calcaree bianche, fratturate ed in gran parte spoglie, è circondata da un mosaico di pascoli, siepi e campi coltivati, dove un'agricoltura estensiva permette il mantenimento delle caratteristiche naturali. Da segnalare, sulla sommità del monte Labbro, la presenza di alcuni edifici di eccezionale importanza storico-culturale, risalenti al movimento giurisdavidico di Davide Lazzaretti. Dal punto di vista fito-climatico, secondo Pavari, la riserva rientra nel Castanetum. Il clima rientra nel tipo sub-umido, con precipitazioni medie fra i 1.000-1.100 mm. GeomorfologiaLa tipologia ambientale prevalente nel SIR è data dall'area alto collinare e montana, con orografia e paesaggio vegetale molto eterogenei. Prevalgono i complessi mosaici di seminativi, prati pascoli, praterie con affioramenti rocciosi e boschi, nella porzione settentrionale. La porzione meridionale comprende il corridoio fluviale del fiume Albegna, caratterizzato da profonde gole, con boschi di forra e habitat rupestri. Sono compresenti habitat naturali, seminaturali ed artificiali rari in Toscana. Le altre tipologie ambientali rilevanti sono il fitto reticolo di siepi e alberature, il sistema di pozze e abbeveratoi, i complessi ipogei, i rimboschimenti. SIRIl SIR del "Monte Labbro e alta valle dell'Albegna" è in parte compreso nelle riserve naturali provinciali "Monte Labbro", “Rocconi” e “Pescinello” e parte nell'oasi WWF Bosco dei Rocconi. La parte settentrionale del sito rappresenta uno dei migliori esempi della Toscana di paesaggio agro-silvo-pastorale tradizionale, con elevato valore conservazionistico. Le gole dell'alto corso del fiume Albegna costituiscono una notevole emergenza geomorfologica. Ecosistemi fluviali con formazioni ripariali arboree ed arbustive in ottimo stato di conservazione. I principali elementi di criticità interni al sito sono:
I principali elementi di criticità esterni al sito sono:
I principali obiettivi di conservazione da adottare sono:
Indicazioni per le misure di conservazione:
FloraTra le peculiarità del sito, ci sono le cospicue stazioni di specie endemiche e di altre di notevole interesse fitogeografico, fitocenosi casmofitiche ben conservate e cenosi glareicole lungo il corso del fiume Albegna. La riserva è caratterizzata da scarsa presenza di vegetazione arborea, limitata alla zona del torrente Onanzio, con caducifoglie come cerro, olmo, nocciolo, acero e castagno.
L'agricoltura è riconducibile alla pastorizia e alle coltivazioni relative. Le siepi sono formate da arbusti di pruno, biancospino e acero campestre. Ma è nei pascoli che sono presenti le specie floristiche di maggiore importanza, come la Viola etrusca (endemismo delle montagne della Toscana meridionale) e varie specie di orchidee (Dactylorhiza maculata fuchsii, Anacamptis morio, ecc). Tali pascoli, che rappresentano un ambiente prioritario per la direttiva comunitaria Habitat, sono stati oggetto di specifiche misure di tutela. Fitocenosi casmofitica delle rupi calcaree sull'Albegna, fra Pod. Rocconi e la confluenza col Torrente Rigo. Popolamenti camefitico-suffruticosi su diaspri di Pietra Sorbella e Pietra Rossa. Fitocenosi litofile e calcicole del Monte Labbro. FaunaLa fauna è rappresentata da innumerevoli specie fra cui alcune di interesse comunitario (direttiva CEE 92/43) come Elaphe quatuorlineata, Triturus carnifex e Salamandrina terdigitata. Fra gli anfibi è presente anche la Rana italica, endemica dell'Italia appenninica, e l'ululone (Bombina pachypus). Fra gli invertebrati il lepidottero Euplagia quadripunctaria. La pastorizia deve rispettare le norme che tutelano i pascoli dell'area protetta. Tra i mammiferi ospitati nei recinti del Parco faunistico del Monte Amiata vi sono daini, caprioli, cervi, mufloni, camosci e lupi. Presenze numerose nella riserva sono inoltre il gatto selvatico, la puzzola, la faina. Più in generale, il SIR "Monte Labbro" è un sito di rilevante importanza per la conservazione della martora Martes martes. Il rinolofo euriale (Rhinolophus euryale) è stanziale. È riscontrata la presenza del lupo (Canis lupus). Numerosi sono poi i rettili, fra cui il biacco, natrici, colubri, vipere, cervone (Elaphe quatuorlineata) e testuggine di Herman (Testudo hermanni). L'area della riserva e le sue immediate vicinanze ospitano anche una delle più importanti colonie di nidificazione di albanella minore in Italia. Sono presenti inoltre numerose specie di uccelli caratteristici delle zone montane, come i fringuelli alpini e i sordoni, che frequentano la cima del Monte Labbro in inverno, o i culbianchi e gli ortolani, che vi nidificano. Altri uccelli presenti sono la poiana, l'astore, lo sparviero, l'albanella minore, il lanario, il martin pescatore, il gruccione, la ghiandaia marina e il merlo acquaiolo. Il SIR ha un valore molto elevato per l'avifauna legata agli ambienti rupicoli, alle praterie rocciose o agli ambienti agro-pastorali "tradizionali": ad esempio ospita probabilmente il principale nucleo nidificante della Toscana di Circus pygargus; per molte specie rare e minacciate è uno dei siti più importanti a livello regionale; sono soprattutto da ricordare, fra le specie nidificanti, il lanario (Falco biarmicus), nidificante regolare, per il quale questo è uno dei siti chiave della Toscana, ma anche il biancone (Circaetus gallicus), l'ortolano (Emberiza hortulana), nidificante in quello che è uno dei pochi siti dove la specie è ancora presente, oltre a Falco subbuteo, Lanius senator, Oenanthe oenanthe, Monticola saxatilis, e Monticola solitarius, e, fra quelle svernanti, Tichodroma muraria e Circus cyaneus. Note
Bibliografia
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