Il Rickenbacker 4001 è un basso elettrico prodotto dalla Rickenbacker come modello "deluxe" del 4000 tra il 1961 e il 1983, nel 1981 è iniziata la produzione dal nuovo modello 4003. Ci sono differenti modelli del 4001: il 4001, il 4001S, il 4001LH, il 1999 (modello europeo), il 4001V63 (riedizione) e il 4001C64S C Series Recreation.
È divenuto famoso per essere stato utilizzato spesso da Chris Squire degli Yes e da Paul McCartney dei Beatles.
Lo strumento
Costruzione
Questo strumento dalle originali fattezze, con il tipico design a forma di "cresta d'onda" come il vecchio modello 4000, è realizzato con il manico costruito con la tecnica neck-thru, il corpo in legno massiccio, i tipici segna-tasti triangolari, doppio truss rod, massiccio ponte-blocca-corde in fusione, due pickup single coil di cui uno normale e l'altro a forma di ferro di cavallo (detto "horse-shoe"), due volumi, due toni, un selettore[2] e il cablaggio per il Ric-O-Sound (standard nei modelli post-1971)[2]. Sono stati prodotti modelli a sei corde e in scala minore (da 30,5 in – pari a 77,47 cm – anziché i classici 34 in – pari a 86,36 cm)[2].
Il modello 4001S (come anche il modello 1999) varia gli intarsi dei tasti e la costruzione del manico[2]. Il Rickenbacker 4003, che ha sostituito il 4001, si differenzia principalmente per il sistema di truss rod, mentre per le altre caratteristiche i due strumenti sono simili.
Anche il manico si presenta molto originale, per il colore marrone-rosso della tastiera, fornito dall'esclusivo palissandro del Madagascar e (in alcune versioni) dai classici intarsi Rickenbacker di forma triangolare.
Il suono e i pick-up
Il Rickenbacker 4001 si è sempre distinto per il suo suono deciso e per il notevole sustain. In particolare usato con il pick-up al ponte risulta molto adatto per i generi rock, mentre il pick-up al manico rende un suono caldo e piuttosto "acustico" (tipo contrabbasso). L'insieme dei due fornisce un timbro corposo e di grande riempimento, con note basse dal ruggente suono distorto e metallico e dalle note alte piene e ben definite.
Molte versioni posseggono anche il doppio jack di uscita per il collegamento stereo dello strumento. Ciò consente di avere un suono incredibilmente ben definito e potente convogliando i bassi ad un amplificatore per basso, mentre i suoni alti ad un amplificatore per chitarra acustica. Le produzioni Rickenbacker, anche per questo strumento, possono essere distinte per periodi, nei quali sono stati montati diversi tipi di pickups:
In origine (e nelle ri-edizioni dello strumento) montava al ponte un pickup dall'originale forma (e timbro), denominato horseshoe per la sua forma avvolgente e prodotto non oltre gli anni sessanta (che richiama appunto alla forma a ferro-di-cavallo) intorno alle corde. Al manico invece montava un pickup denominato toaster per il suo look che ricorda il lato superiore del tostapane.
Successivamente entrambi i pick-up furono sostituiti dai cosiddetti hi-gain, caratterizzati da un volume di uscita più alto.
Molti cultori continuano comunque a preferire le versioni con pick-up vintage in contrapposizione agli hi-gain.
Paul McCartney dei The Beatles[4] lo ha utilizzato dalla metà degli anni sessanta, nel colore "Fireglo"; successivamente lo ha ridipinto e poi riportato al colore naturale. Il Rickenbacker 4001 è visibile nei video "I Am the Walrus" e "Hello Goodbye", entrambe canzoni dell'album "Magical Mystery Tour".
"Little" Gérard L'Her dei Rockets.
Giorgio D'Adamo dei New Trolls (periodo 1974-1978)
Mike Rutherford dei Genesis[7] ne utilizzò anche un modello artigianale a doppio manico: chitarra 12 corde sopra (una Rickenbacker 620/12) e basso sotto (un Rickenbacker 4001).
Lello Brandi storico bassista degli Osanna in Palepoli
Matteo Pessina degli Slavery
John Deacon storico bassista dei Queen possedeva un Rickenbacker 4001 ma non lo utilizzò mai perché, stando a quanto egli stesso affermò, non riusciva ad ottenere un suono abbastanza caldo.[26]
^abcd(EN) Rickenbacker 4001 Bass Guitar, su vintageguitars.org.uk, Vintage Guitar. URL consultato il 7 giugno 2010 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2010).