Regno Khasa
Il Regno Khasa-Malla (Nepalese:खस मल्ल राज्य, Khasa Malla Rājya), popolarmente noto come Regno Khasa (Nepalese: |खस राज्य, Khasa Rājya) o Khasia[2], è stato un regno del subcontinente indiano fondato attorno all'XI secolo nella zona estremo occidentale dell'odierno Nepal da una popolazione di origine incerta. «Da dove erano venuti questi re Malla, i cui nomi noi conosciamo tutti dal primo all'ultimo, non si può dire con assoluta certezza; non può tuttavia negarsi che essi appartenevano alla gente Khasia diffusa lungo tutto il Kashmir e le montagne finitime fino a Simla e Garhwal e della quale si fa spesso ricordo nella letteratura indiana. Ma questo del Nepal e del Tibet occidentale fu il più grande regno che essi riuscirono a fondare.» Era governato da re il cui nome di famiglia era "Malla", da non confondere con quello della più tarda dinastia Malla di Kathmandu.[3] I re Khasa-Malla governarono parti dell'occidente nepalese nel corso dei secoli XI - XIII.[4] L'iscrizione di Dhanga a Khajuraho (954) dichiara il regno Khasa pari al Gauda del Bengala e alla dinastia Gurjara-Pratihara[5] StoriaUn'antica tribù denominata Khasa è citata in diversi antichi testi leggendari indiani, tra cui il Mahābhārata. Lo storico regno Khasa non occupa però lo stesso territorio di questa tribù leggendaria, anche se vi è qualche congettura circa un collegamento tra i due. I Khasa storici sono citati in diverse iscrizioni indiane datate dall'VIII al XIII secolo EC.[5] Il regno Khasa-Malla era di carattere feudatario, e dentro di esso i principati avevano una natura indipendente[6] La maggior parte del suo territorio si estendeva nel bacino del Karnali.[6] Nel corso di due secoli il regno arrivò a conquistare più della metà di quello che è definito "Grande Nepal" dai sostenitori dell'idea nazionalista che attribuisce al Nepal i territori controllati dall'esercito Gurkha dal 1791 al 1804 ma poi ceduti alla Compagnia britannica delle Indie orientali.[6] Nel XII secolo il re Nāgarāja conquistò l'importante regno dello Jumla nell'Himalaya centrale, sottomettendo territori fino al fiume Behri a est, al Sutlej a ovest e al Passo Mayum (Mayum La) del Tibet a nord.[7] Nāgarāja, anche chiamato Jāveśvara (Nepalese: जावेश्वर), veniva da Khāripradeśa (oggi nella Prefettura di Ngari) e stabilì la sua capitale a Semjā nella Valle Sinja (Karnali Pradesh).[8][9] Le dinastie Khasa ebbero origine nel secolo XI o in un periodo precedente. Ve n'erano due, una stanziata a Guge e l'altra a Jumla.[10] L'esponente largamente considerato il più famoso re del regno Khasa Malla è stato Prithivì Malla[8][11], che lo ha saldamente consolidato verso il 1413 EC.[12] I limiti di questo regno hanno stabilito la massima vastità dei possedimenti dei Khasa, arrivati a comprendere Guge e Purang in Tibet e territori nepalesi fino a Dullu (Karnali Pradesh) nel sud ovest e a Kaskikot a est.[13] L'iscrizione di Prithivì Malla a Shitushka nello Jumla dice: «Oṃ Maṇi Padme Hūṃ. Maṃgalama bhavatu śrīpṛthvīmalladevaḥ likhitama idaṃ puṇyaṃ jagatī sidyasyā[14]» Secondo Giuseppe Tucci le cronache tibetane indicano in Prithivì Malla l'ultimo re di questo regno[15], che dopo la morte di Abhaya Malla si disintegrò, andando a costituire la confederazione Baise Rajya.[12] Lingua e culturaLe lingue del regno erano il khaskura e il sanscrito.[8][17] Alcuni dei più antichi esempi di scrittura Devanagari sono rappresentati da ritrovamenti risalenti al XIII secolo e provenienti dai siti dello scomparso regno Khasa-Malla, situati nei distretti nepalesi di Jumla, Surkhet e Dailekh. La Valle Sinja ne ha costituito l'antica, poderosa capitale[18] tra il XII e il XIV secolo, oltre a essere stata l'originale centro di diffusione della lingua nepalese.[16] ReligioneLa maggior parte dei primi re Khasa precedenti a Prithivì Malla erano buddhisti. Il passaggio del regno all'induismo avvenne quando re Ripumalla ne iniziò l'espansione a sud, cui seguì un conseguente lento aumento dei contatti con l'India.[13] Re Prithvi Malla usò sempre sillabe buddiste nella sua iscrizione, pur avendo una forte preferenza per l'induismo. Nella sua iscrizione "Prashasti di Dullu" appaiono sillabe, mantra e invocazioni buddiste, ma la successiva "Kanakapatra di Shitushka" è fondamentalmente indù. Queste due iscrizione sono dunque testimonianze della transizione dal buddismo all'induismo.[19] Il regno governato da re Punya Malla e da Prithivì Malla si connotava di un rituale e di usi rigorosamente indù.[20] Titoli, ranghi e suffissiI successori di re Nāgarāja usavano suffissi tipo -illa e -challa, come re Chapilla, re Krachalla.[21] Challa e Malla erano titoli di re e principi. Rāulā era il ritolo di un funzionario di alto rango e ha connotato personalità come Malayavarma, Medinivarma, Samsarivarma e Balirāja, che fu poi sovrano di Jumla e fondatore della dinastia Kalyal.[22] Mandalesvara o Mandalik era un titolo conferito a personaggi potenti. Al primo dei due erano nominati principi del sangue, funzionari di alto grado e re sconfitti.[23] SovraniL'elenco dei re Khasa-Malla fino a Prithivì Malla è indicato da Giuseppe Tucci nel seguente ordine:[24]
Elenco tibetologicoQui di seguito l'elenco dei sovrani del regno Khasa (Tibetano: Ya rtse) redatto dai tibetologi Luciano Petech, Roberto Vitali[30] e Giuseppe Tucci:[24]
DeclinoDopo l'assedio di Chittorgarh (1303), in Nepal si riversò una forte migrazione di Rajput, per altro preceduta da pochi gruppetti in fuga dall'invasione musulmana dell'India.[6] Questi immigrati furono rapidamente assorbiti nella comunità Khasa a causa delle notevoli similitudini.[6] Lo storico e gesuita Ludwig Stiller ritiene che responsabili della sua frammentazione siano state le interferenze Rajput nella politica del regno Khasa di Jumla. E spiega: «Anche se essi erano relativamente scarsi quanto a numero, erano però di casta più elevata, bellicosi e di un temperamento che guadagnò loro rapidamente la successione nei principati del regno di Jumla, su cui esercitarono un effetto centrifugo.» Francis Tucker afferma ulteriormente che i Rajput "si macchiarono molto spesso di vile ingratitudine e tradimento al fine di gratificare le proprie ambizioni. Erano personaggi violenti e spietati, che non si fermavano davanti a niente."[6] Giuseppe Tucci sembra essere di tutt'altra opinione: «Molti hanno dubitato che la pretesa della nobiltà nepalese di discendere dagli eroi rajput sia ambiziosa finzione per accrescere a se medesima il prestigio. Le scoperte che stiamo facendo dimostrano che quella non è leggenda ma storia.» Alla fine del XIII secolo il regno Khasa crollò, dividendosi in 22 principati Baise nella zona Karnali-Bheri e in 24 principati Chaubise nella regione del Gaṇḍakī. I suddetti regni furono governati da rajput e da diverse entità politiche tribali decentralizzate.[6] I principati Baise:
I principati Chaubise:
Note
Bibliografia
|