Il razzialismo è un'ideologia europea, prosperata tra la metà del XVIII secolo e la metà del XX secolo, che vede nella razza umana il motore della storia.[1] Tale ideologia non coincide necessariamente con il razzismo, ovvero il comportamento violentemente irrazionale di disprezzo, esclusione o espulsione nei confronti del diverso, ma attribuisce alla segregazione razziale la necessaria condizione per la sopravvivenza e la prosperità dell'uomo civilizzato (caucasico) rispetto a quella dell'uomo selvaggio (nero).[2][3]
Descrizione
Questa ideologia si basa, sostanzialmente, su 5 posizioni fondamentali:[4]
L'esistenza delle razze come raggruppamenti umani che condividono caratteristiche fisiche comuni e l'endogamia;
La relazione causale tra le differenze fisiche e quelle culturali;
L'influenza del gruppo d'appartenenza sull'individuo: il comportamento dell'individuo dipende in grandissima parte dal gruppo etnico di appartenenza;
Una gerarchia unica dei valori, sulla base della quale ordinare le culture come superiori o inferiori (senza necessariamente che ciò produca astio);
Una politica sociale basata su questo insieme di conoscenze pseudoscientifiche.