Raniero Vanni d'Archirafi
Raniero Vanni d'Archirafi (Ginevra, 7 giugno 1931) è un diplomatico italiano a riposo. È stato commissario europeo. BiografiaSi laureò in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Roma "La Sapienza".[3] Carriera diplomaticaEntrò in carriera diplomatica nel 1956 all'interno del dipartimento politico della NATO.[3] Prestò servizio alla rappresentanza permanente d'Italia presso la CEE e la CEEA a Bruxelles dal 1961 al 1966 e nel 1964 fu promosso primo segretario della delegazione.[3] Nel 1966 venne destinato all'ambasciata italiana a Buenos Aires, dove rimase come primo segretario fino al 1969.[3] Nel 1969 tornò a Roma e si occupò del dipartimento affari economici del governo.[3] Dal 1973 al 1979 prestò servizio all'ambasciata d'Italia a Madrid. Dal 1980 al 1984 è stato capo di gabinetto del Ministro degli affari esteri Emilio Colombo.[4] Il 30 gennaio 1984 venne nominato ambasciatore italiano in Spagna[5] e il 18 novembre 1987 in Germania federale.[6] Nel 1989 divenne direttore generale per gli affari economici del ministero degli esteri e nel 1991 direttore generale per gli affari politici.[7] Commissario europeoNel 1993 venne indicato dal governo italiano come membro della Commissione europea, assieme ad Antonio Ruberti. Benché indipendente, era considerato vicino alla Democrazia Cristiana.[4] Il governo italiano discusse a lungo se indicare Vanni d'Archirafi o Ruberti come vicepresidente della Commissione, optando infine per quest'ultimo.[8] La nomina di Vanni d'Archirafi e Ruberti venne accolta piuttosto male dal presidente della Commissione Jacques Delors, che avrebbe preferito personaggi di maggiore spessore politico.[9] Anche per questa ragione, gli vennero assegnati portafogli relativamente marginali, quali le questioni istituzionali, le imprese e il mercato interno[10]. Fece parte della Commissione Delors III, in carica dal gennaio 1993 al gennaio 1995, e non venne riconfermato al termine del mandato. Si occupò principalmente del completamento del mercato unico.[11] Promosse una direttiva antitrust europea in materia di informazione, per evitare le concentrazioni editoriali ed i monopoli televisivi particolare e tutelare il pluralismo dell'informazione, armonizzando le norme in vigore nei singoli stati membri.[12] Attività successiveIl 20 febbraio 1995 tornò a servire come ambasciatore d'Italia a Madrid, svolgendo l'incarico fino al 1998.[5] Operò a sostegno di diverse iniziative imprenditoriali italiane in Spagna. Ha fatto parte dei consigli di amministrazione di diverse società ed ha rappresentato in Spagna le imprese del gruppo Finmeccanica.[13] Nel 2002 venne nominato presidente di RCS Iberica, l'azionista di maggioranza della società editrice di El Mundo.[13] Approvò iniziative del governo Zapatero, tra cui la legalizzazione dei matrimoni fra persone dello stesso sesso.[14] Vita familiareÈ padre del finanziere Francesco Vanni d'Archirafi[15] e di Uberto Vanni d'Archirafi, già Console Generale d'Italia a Londra,[16] poi consigliere diplomatico del Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Massimo Bray, poi ambasciatore d'Italia in Portogallo.[17] OnorificenzeNel 1994 il gruppo del Partito Popolare Europeo gli assegnò la medaglia "Robert Schuman".[21] Note
Voci correlate
Collegamenti esterni
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