Randall David Shughart nacque a Lincoln, in Nebraska, il 13 agosto 1958 da una famiglia di tradizioni militari e di discendenze tedesche, figlio di Herbert Shughart, ufficiale in carriera nell'Aviazione Militare degli Stati Uniti, e di Lois Bricker. Suo padre era di guarnigione nelle vicinanze. Gli Shughart si trasferirono poi in un caseificio nei pressi di Newville, in Pennsylvania, dopo che Herbert si congedò dall'Aeronautica, e da qui vissero in tende. La sua famiglia si occupò così dell'allevamento di mucche e pecore e dell'agricoltura. Randy aveva un fratello maggiore, Michael, e due sorelle minori.
Il 3 ottobre 1993, durante la cattura dei luogotenenti di Aidid nell'ambito della battaglia di Mogadiscio, l'elicotteroBlack Hawk Super 6-4, pilotato dal chief warrant officerMichael Durant, è stato abbattuto da un lanciarazziRPG-7. In quell'istante, Shughart, il sergente capoGary Gordon e il sergente di prima classe Brad Hallings si trovavano a bordo del Black Hawk Super 6-2 e stavano fornendo fuoco di copertura dall'alto. Gordon, nonostante il comando avesse negato due volte il permesso per via del pericolo circostante, chiese nuovamente di essere inserito a terra per proteggere il relitto dell'elicottero abbattuto, dove si trovava, oltre a Durant, anche il resto dell'equipaggio ferito, composto da Ray Frank, Bill Cleveland e Tommy Field. Il comando aveva concesso così l'autorizzazione ed entrambi i cecchini sono stati lasciati a terra, mentre Hallings rimase sull'elicottero per continuare a offrire supporto aereo.
Shughart e Gordon, armati rispettivamente di M14 e CAR-15, si erano diretti verso il relitto dove Durant aveva nel frattempo impugnato la sua pistola mitragliatriceMP5K con l'intento di difendere la propria posizione. Il pilota, sebbene pronto a sparare, non riusciva però a muoversi a causa della frattura di una vertebra e del femore destro, perciò i due sergenti dovettero estrarlo dalla cabina di pilotaggio e piazzarlo accanto a un albero che costeggiava un recinto in lamiera.
Shughart, Gordon e Durant per qualche tempo riuscirono a tenere a bada la folla di miliziani, organizzando un perimetro di sicurezza attorno al luogo dell'incidente, finché Gordon stesso non rimase ucciso con un colpo alla testa mentre era posizionato sul lato sinistro dell'elicottero. Poco dopo, Shughart aveva raccolto così il CAR-15 del suo commilitone e lo diede a Durant per l'uso. Dopodiché, andò verso la cabina di pilotaggio del relitto per effettuare una chiamata radio per l'emergenza e, 10 minuti più tardi, venne anch'egli mortalmente ferito dai miliziani dopo un ultimo disperato tentativo di difendere il velivolo abbattuto, mentre Durant fu preso prigioniero dopo aver esaurito le munizioni del fucile di Gordon. Terminato il combattimento, il corpo di Shughart, assieme a quello di Gordon, Frank, Cleveland e Field, è stato in seguito profanato, parzialmente denudato e trascinato per le strade della città dalla folla inferocita. Il pilota, invece, verrà rilasciato dai miliziani di Aidid dopo 11 giorni di prigionia.
Secondo il libro In the Company of Heroes, pubblicato da Durant, i somali avevano contato circa 25 miliziani uccisi dai due cecchini nel corso della sparatoria, assieme a molti altri feriti gravemente.
Controversie
All'indomani del combattimento, c'era stata una notevole confusione su chi era stato ucciso per primo. Il racconto di Durant e quello ufficiale (soprattutto nelle citazioni per la Medal of Honor) affermano che Shughart sia stato ucciso per primo dai miliziani, ma Mark Bowden, autore di Black Hawk Down, ha riportato una testimonianza del sergente di prima classe Paul Howe, un altro operatore della Delta Force veterano della battaglia. Howe ha detto infatti di aver sentito per un paio di volte la caratteristica voce di Shughart chiedere aiuto alla radio direttamente dalla cabina di pilotaggio dell'elicottero abbattuto, non quella di Gordon. Inoltre, entrambi i cecchini utilizzavano fucili differenti e che l'arma consegnata a Durant non era l'M14 usato da Shughart, ma il CAR-15 di Gordon. Tra l'altro, lo stesso Howe ha affermato che Gordon non avrebbe mai dato la propria arma a Durant se era ancora in grado di usarla. Nella sua autobiografia, In the Company of Heroes, Durant sostiene che Gordon (che lo aveva riconosciuto in quanto partecipante abituale dei briefing di volo prima della battaglia) era posizionato sul lato sinistro del relitto del Black Hawk, dopo che sia lui che Shughart lo avevano spostato in un luogo più sicuro, e sentì Gordon urlare brevemente di essere stato colpito. Successivamente, Shughart era uscito in avanscoperta dalla parte sinistra del Black Hawk con il CAR-15. Infine, Durant ha persino dichiarato a Bowden che se da una parte era refrattario a modificare i rapporti ufficiali, dall'altra non era sicuro di quale fosse l’uno e quale l’altro.
Eventi postumi
Il 23 maggio 1994, Randall Shughart e Gary Gordon furono entrambi decorati postumi per le proprie azioni sopracitate alla Medal of Honor dal presidente allora in carica Bill Clinton, diventando i primi destinatari della medaglia dopo la fine della guerra del Vietnam. Il padre di Randy, Herbert, aveva partecipato alla cerimonia di decorazione tenutasi nell'East Room della Casa Bianca e rifiutò di stringere la mano al presidente Clinton in un colloquio privato, criticandolo apertamente e dicendogli di non essere all'altezza per comandare le forze armate.
Nel 1997 la Marina degli Stati Uniti ha ufficialmente nominato una nave da trasporto, la USNS Shughart, nel corso di una cerimonia alla National Steel and Shipbuilding Company di San Diego, in California. Il senatore del NebraskaBob Kerrey è stato il principale oratore della cerimonia. Come madrina della cerimonia era presente la vedova Stephanie Shughart.
La USNS Shughart è stata la prima "grande nave a medio velocità" a sottoporsi alla conversione da naviglio commerciale a nave da carico e trasporto della Marina. La nave è gestita dalla US Navy's Military Sealift Command, in Washington.
Recuperato dalle autorità militari a seguito della battaglia, il suo corpo riposa attualmente nel Westminster Cemetery di Carlisle, in Pennsylvania.
Vita personale
Randall aveva sposato nel 1991 l'infermiera Stephanie Shughart. La coppia non ebbe figli.
Decorazioni
Durante la sua carriera Shughart conseguì le seguenti decorazioni e brevetti:[1]
«Il sergente di prima classe Randall D. Shughart, dell'Esercito degli Stati Uniti, si distinse per le azioni al di là del suo dovere il 3 ottobre 1993, mentre prestava servizio come membro della squadra di cecchini del Comando Operazioni Speciali dell'Esercito con la Task Force Ranger a Mogadiscio, Somalia. Shughart fornì fuoco di precisione dall'elicottero primario durante un assalto ad un edificio e a due siti dove erano precipitati due elicotteri, mentre era sotto il fuoco intenso di armi automatiche e razzi. Mentre stavano fornendo fuoco di copertura al secondo luogo dell'incidente, Shughart e il suo caposquadra appresero che le forze di terra non erano immediatamente disponibili per proteggere il sito. Shughart e il suo caposquadra si offrirono senza esitazioni di essere inseriti per proteggere quattro membri del personale feriti in modo critico, nonostante consci del crescente numero di nemici che erano in avvicinamento. Dopo la terza richiesta di essere inseriti, il sergente Shughart e il suo caposquadra hanno ricevuto il permesso di svolgere volontariamente questa missione. Quando i detriti e il fuoco nemico impedirono il primo tentativo di inserimento, Shughart e il suo caposquadra vennero posizionati a 100 metri a sud del luogo dell'incidente. Equipaggiato solo con il suo fucile da cecchino e una pistola, Shughart e il suo caposquadra si fecero strada attraverso un denso labirinto di baracche e capanne per raggiungere i membri dell'equipaggio gravemente feriti, mentre erano sotto il fuoco intenso delle armi leggere nemiche. Il sergente Shughart estrasse il pilota e gli altri membri dell'equipaggio dal velivolo, stabilendo un perimetro che piazzava lui e il suo compagno cecchino nella posizione più vulnerabile. Shughart utilizzò il suo fucile a lungo raggio e la sua pistola per uccidere un numero indeterminato di nemici mentre percorreva il perimetro, proteggendo l'equipaggio abbattuto. Il sergente Shughart continuò a fornire fuoco di copertura fino a quando non ha esaurito le munizioni ed è stato ferito a morte. Le sue azioni salvarono la vita del pilota. Lo straordinario eroismo e la devozione al dovere del sergente Shughart furono in linea con i più alti standard del servizio militare e diedero grande onore a lui, alla sua unità e all'Esercito degli Stati Uniti.»» — 23 maggio 1994[2]