Ponte di San Giorgio (Mantova)
Il ponte di San Giorgio fu costruito in legno (1198 - 1199) nell'ambito dell'intervento idraulico attuato dall'ingegnere Alberto Pitentino che trasformò l'ambiente paludoso circostante la città di Mantova in un complesso di bacini lacustri, i cosiddetti laghi di Mantova, aventi funzione di protezione dalle inondazioni e dagli eserciti nemici. Fu Ludovico Gonzaga sul finire del XIV sec., a edificare in muratura il ponte di San Giorgio dividendo in due, lago di Mezzo e lago Inferiore, lo specchio d'acqua formato a valle del lago Superiore dalla diga-ponte dei Mulini. Il ponte di San Giorgio fu successivamente coperto come testimoniato da una lapide del 1417 conservata nel museo di Palazzo Ducale di Mantova. La più autorevole e imperitura documentazione del ponte, risalente al 1460 - 1461, è rilevabile nello sfondo della Morte della Vergine di Andrea Mantegna, dipinto ora esposto a Madrid al museo del Prado. Il ponte compare anche sullo sfondo dell'Autoritratto con amici a Mantova di Rubens (1602-1606, Museo Wallraf-Richartz, Colonia). La copertura verrà demolita il 25 settembre del 1634 in seguito ai danneggiamenti subiti nel 1630 durante l'assedio dei Lanzichenecchi[1]. Un altro assedio avrà come epicentro il ponte e il borgo di San Giorgio: la battaglia di San Giorgio del 15 settembre 1796 che oppose l'esercito napoleonico assediante e le truppe austriache. Fu durante l'assedio durato sei mesi, che i francesi demolirono quasi totalmente il borgo di San Giorgio. Unico edificio salvatosi ed ancora integro è la "rocca di Sparafucile", così denominata da uno dei protagonisti del Rigoletto opera di Giuseppe Verdi. Galleria d'immagini
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