Piani individuali di risparmioI piani individuali di risparmio (in acronimo PIR) sono una forma d'investimento disponibile in Italia e destinata ai privati. La sottoscrizione di un piano individuale di risparmio dà diritto a numerose agevolazioni fiscali. StoriaI piani individuali di risparmio furono introdotti con la legge di stabilità 2017 per aumentare gli investimenti nelle aziende nazionali, mediante il contributo delle persone fisiche[1][2][3] italiane. Con l’art. 136 del Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (“Decreto rilancio”) sono stati introdotti i PIR alternativi, volti a canalizzare il risparmio verso investimenti illiquidi in imprese medio piccole italiane attraverso strumenti quali il private equity e il private debt.[4] I PIR alternativi sono stati oggetto di una consultazione dell'Agenzia delle Entrate.[5] È considerato ideatore dei PIR Fabrizio Pagani, ex Capo Segreteria tecnica del Ministro Padoan.[6][7][8] CaratteristicheI PIR prevedono una destinazione di somme o valori per un importo massimo, per ciascun anno, di 40000 €, al netto dei costi, per persona fisica con un limite d'investimento massimo di 200000 €. Per usufruire delle agevolazioni fiscali previste dalla legge istitutiva dei PIR, è obbligatoria la detenzione di ciascun investimento annuale per almeno 5 anni. L'agevolazione decade se gli importi vengono ritirati prima del vincolo temporale quinquennale o se non vengono rispettate le quote d'investimento previste dalla legge. Al verificarsi di tale evento sorge l'obbligo di corrispondere le imposte non pagate, con i relativi interessi. I PIR possono assumere diverse forme giuridiche, pertanto essere fondi comuni d'investimento, SICAV, gestioni individuali di portafogli di investimento, polizze assicurative a contenuto finanziario, depositi amministrati. Possono essere ETF[9] o no. Il risparmio raccolto può essere investito in diversi tipi di strumenti finanziari: azioni, obbligazioni, quote di fondi, contratti derivati. Gli investimenti sottostanno ad alcuni vincoli tra i quali il principale è l'obbligo di riservare una quota del 70% in obbligazioni e azioni di società quotate e non[10], emesse comunque da imprese residenti in Italia, negli Stati membri dell'UE e dell'Spazio economico europeo ma con attività stabile in Italia. Altresì almeno il 30% del citato 70%, deve essere investito in strumenti finanziari non inclusi nell’indice FTSE MIB. Ad ulteriore tutela dei risparmiatori è posto un limite massimo di concentrazione del 10% per ogni singolo emittente di strumenti finanziari. A chi sono rivolti e come funzionano i PIR
Costi dei PIRQuando vengono sottoscritti con l'intermediazione di una SGR, i PIR possono avere costi elevati. I costi principali sono:
Questi costi talvolta assorbono buona parte dei benefici fiscali offerti dalla normativa sui PIR. Note
Voci correlateCollegamenti esterni
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