Questo pesce ha un corpo abbastanza allungato; soprattutto il maschio, che è più grosso della femmina e raggiunge i 7,1 cm[2]. La colorazione è molto variabile, ma sono sempre presenti delle macchie scure sulla pinna dorsale[2]. Questo pesce, avendo un areale abbastanza ampio, esiste in molte varietà. Le più comuni sono:
La varietà Calabar che ha una livrea tendente al verdastro;
La varietà Kienke, nel fiume omonimo, si dice sia il pesce descritto nel 1911 come Pelvicachromis kribensis da Boulenger[4] e si distingue per la pinna caudale macchiata di nero ed orlata di rosso;
La varietà Nange, nel Camerun, con una sola macchia sulla coda;
La varietà Nigeria, nel delta del Niger, di cui esiste la forma rossa e quella gialla. La forma gialla è la più comune e la prima ad essere stata descritta come Pelvicachromis taeniatus[4];
La varietà Moliwe il cui maschio ha la pinna caudale per metà gialla macchiata di nero e per metà rosata.
Biologia
Comportamento
È una specie i cui esemplari, soprattutto i maschi, sono molto territoriali[3].
Riproduzione
Questo pesce è oviparo e depone le uova, poi sorvegliate dalla femmina, nelle cavità delle rocce[2]. Il maschio protegge il territorio e la femmina, quando le uova si schiudono, controlla gli avannotti[3].
Malattie
Può presentare vari tipi di infezioni batteriche, soprattutto nella fase giovanile ed in età avanzata[5].
Conservazione
La lista rossa IUCN classifica questa specie come "a rischio minimo" (LC) perché, nonostante possa essere minacciato dal prelievo per l'acquariofilia, dalla deforestazione per le coltivazioni di banane e dal conseguente inquinamento del suo habitat, è una specie comune[1].
Acquariofilia
È difficile trovare questo pesce nei negozi e se lo si trova viene confuso con il più comune Pelvicachromis pulcher. Si tratta di un pesce che quando si riproduce diventa assai aggressivo e dopo avere deposto le uova i genitori potrebbero azzuffarsi o mangiarsele.
Bassleer, G., Color guide of tropical fish diseases: on freshwater fish, Westmeerbeek, Belgium, Bassleer Biofish, 1997, p. 272.
Daget, J., PelvicachromisIn: J. Daget, J.-P. Gosse, G.G. Teugels and D.F.E. Thys van den Audenaerde (eds.) Check-list of the freshwater fishes of Africa (CLOFFA), Vol. 4, Brussels, Tervuren e Parigi, ISBN, MRAC e ORSTOM, 1991, pp. 363-366.
Paulo, J., Zur Fortpflanzungsbiologie westafrikanischer Höhlenbrüter am Beispiel von Pelvicachromis taeniatus (Boulenger, 1901) (Cichlidae). In: H. Greven and R. Riehl (eds.) Fortpflanzungsbiologie der Aquarienfische, Bornheim, Germany, Birgit Schmettkamp Verlag, 1995, pp. 225-232.
Stiassny, M.L.J., A. Lamboj, D. De Weirdt and G.G. Teugels, Cichlidae. In: M.L.J. Stiassny, G.G Teugels and C.D. Hopkins (eds.): The fresh and brackish water fishes of Lower Guinea, West-Central Africa, Volume 2 Coll. faune et flore tropicales 42, Paris, France, Muséum national d'histoire naturelle, Paris, France and Musée royal de l'Afrique Central, Tervuren, Belgium, Institut de recherche de développement, 2008, pp. 269-403.
Teugels, G.G. and D.F.E. Thys van den Audenaerde, Cichlidae. In: C. Levêque, D. Paugy and G.G. Teugels (eds.): Faune des poissons d'eaux douces et saumâtres d'Afrique de l'Ouest, Tome 2. Coll. Faune Tropicale n° 28, Tervuren e Parigi, Musée Royal de l'Afrique Centrale e O.R.S.T.O.M., 1992, pp. 714-779.
Teugels, G.G. and D.F.E. Thys van den Audenaerde, Cichlidae. In: D. Paugy, C. Lévêque and G.G Teugels (eds.): The fresh and brackish water fishes of West Africa, Volume 2. Coll. faune et flore tropicales 40, Parigi e Tervuren, Institut de recherche de développement, Muséum national d'histoire naturelle e Musée royal de l'Afrique Central, 2003, pp. 521-600.