Parco nazionale di Bouba-Ndjida
Il parco nazionale di Bouba-Ndjida è un parco nazionale del Camerun. Situato nella Regione del Nord confina a nord con il Ciad e in particolare con il Parco nazionale Sena Oura. È in fase di progettazione una collaborazione fra i due paesi per istituire un parco transfrontaliero chiamato Binational Sena Bouba-Ndjidda Yamoussa (BSB Yamoussa)[1]. Nel 2018 il parco è stato inserito tra i siti canditati alla lista dei patrimoni dell'umanità[2]. A circa 90 km di distanza, nella località di Rey Bouba si trova il palazzo di Rey Bouba, un edificio costruito in mattoni di argilla inserito nel 2006 tra i candidati alla lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO[3]. Fu costruito tra il 1805 e il 1808 ed è tuttora sede dell'omonimo lamidato. Il primo sovrano, Bouba Ndjida, era originario del Mali e si insediò in quest'area con in suoi guerrieri fulani, dal suo nome deriva il nome del parco. StoriaNel 1932 la zona di Bouba-Ndjida venne dichiarata riserva faunistica. Nel 1947 il parco fu classificato come riserva forestale per essere poi trasformato in parco nazionale nel 1968[2]. Nel 2012 nel parco ha avuto luogo uno dei più sanguinosi massacri di elefanti ad opera dei cacciatori di avorio, vennero abbattuti in maniera indiscriminata oltre 650 esemplari[4][5] Geografia, geologia e climaL'ingresso principale del parco si trova a Koum, circa 45 chilometri a est della cittadina di Tcholliré, capoluogo del dipartimento di Mayo-Rey. Gran parte del parco è situato ad un'altitudine compresa fra i 280 e i 400 m s.l.m., a sud si trova una catena di rilievi che si estende per 15 km raggiungendo un'altitudine di 900 m s.l.m., nella parte nordoccidentale spiccano di due rilievi del Hosséré Vaimba (610 m) e dell'Hosséré Dori (502 m). I corsi d'acqua scorrono per lo più verso ovest e verso la valle del Bénoué il cui bacino comprende gran parte del Camerun settentrionale. Nella parte settentrionale del parco i fiumi principali sono il Mayo Vaïmba, il Mayo Lidi e il Mayo Dopsa. Lungo il corso dei fiumi sono frequenti i fenomeni di erosione dovuti sia alla scarsa vegetazione sia a alle tecniche agricole locali. L'unico fiume che scorre tutto l'anno è il Mayo Vaïmba, gli altri corsi d'acqua hanno andamento stagionale. Anche durante la stagione secca permangono, lungo il corso dei fiumi, abbondanti pozze d'acqua. Il terreno argilloso e roccioso impedisce infatti l'assorbimento dell'acqua[2]. Il clima è caratterizzato dalla presenza di due stagioni di pari durata, quella secca da novembre ad aprile, in cui le precipitazioni sono completamente assenti, e quella delle piogge tra aprile e metà ottobre. Le precipitazioni annue sono comprese tra i 1000 e i 1250 mm, i mesi più piovosi sono agosto e settembre. La temperatura media è pari a 28 °C.[2] Il paesaggio è caratterizzato da rocce fessurate di granito e gneiss. FossiliAll'interno del parco i paleontologi hanno rinvenuto resti fossili di dinosauro. Le specie rinvenute sono simili a quelli scoperti nel 1988 nel sito di Manangia, situato sempre nel Dipartimento di Mayo-Rey, risalenti a circa 120 milioni di anni fa. BiodiversitàFloraLa vegetazione del parco è costituita principalmente da boscaglia aperta e da savana arbustiva. Alcune zone della savana contengono elementi propri della zona del Sahel. Così la flora tipica consiste in una fitta sterpaglia e da distese di erba alta con alberi sparsi. Al contrario degli altri parchi dell'area sono presenti anche specie tipiche degli ambienti montani[2]. FaunaIl parco è stato istituito allo scopo di proteggere il rinoceronte nero e l'eland gigante. Secondo uno studio condotto da Lavieren ed Esser nel 1979, nel parco si trovano eland giganti (Tragelaphus derbianus) con una densità di 0,44 esemplari per km². Attualmente il numero di questi rari animali viene stimato tra le 1000 e le 3500 unità. È confermata nel parco la presenza di 24 specie di mammiferi tra i quali alcune specie in pericolo come l'elefante della savana, la guereza, il licaone e lo sciacallo[2]. Tra le altre specie di antilopi presenti nel parco vi sono l'alcelafo (Alcelaphus buselaphus), l'antilope roana (Hippotragus equinus), il kob, il cobo, l'oribi e vari cefalofi. Nel parco è presente anche il rinoceronte nero (Diceros bicornis). Oltre alle giraffe, vi sopravvivono ancora dei ghepardi. Secondo un altro studio, la riserva ospiterebbe una popolazione comprendente tra i 30 e i circa 50 leoni e tra le 41 e le circa 100 iene. È probabile che il parco ospiti ancora elefanti e bufali africani. Oltre ai mammiferi, nel parco si possono rinvenire con facilità la testuggine a cerniera posteriore di Bell (Kinixys belliana), il geco dalle dita a ventaglio di Hasselquist (Ptyodactylus hasselquistii), lo scinco dai fianchi di fuoco (Trachylepis perrotetii) o il pitone reale (Python regius). Il parco ospita oltre 250 specie di uccelli, in virtù della varietà di specie presenti è stato dichiarato zona d'importanza per la conservazione degli uccelli[2]. Note
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