Otto Kerner
Otto Kerner Jr. (Chicago, 15 agosto 1908 – Chicago, 9 maggio 1976) è stato un politico, magistrato e generale statunitense, 33º governatore dell'Illinois. Fu a capo della commissione Kerner che prese da lui il nome, e in seguito fu il primo magistrato federale statunitense in carica ad essere condannato penalmente. BiografiaCarriera militareEra figlio del giudice Otto Kerner, importante magistrato dell'Illinois che fu a capo della Corte d'Appello degli Stati Uniti per il VII distretto (carica che a sua volta avrebbe ricoperto il figlio).[1] Studiò all'Università Brown e in seguito nel Regno Unito all'Università di Cambridge, divenendo avvocato.[2] Entrato nell'azienda legale del padre, nel 1934 si sposò con Helena Cermak, figlia del sindaco di Chicago Anton Cermak.[1] Nel 1935 si arruolò nella milizia dell'Illinois, di cui nel 1941 era diventato capitano. Dopo l'attacco a Pearl Harbor e la mobilitazione generale degli Stati Uniti, appena entrati nella seconda guerra mondiale, venne richiamato prima nella Guardia Nazionale e poi direttamente nell'esercito americano col grado di maggiore. Combatté in Nordafrica e Italia, partecipando allo sbarco in Sicilia.[2] Con la fine della guerra in Europa venne trasferito sul fronte pacifico, venendo congedato dal servizio attivo nel dicembre 1945. Continuò a far parte della Guardia Nazionale fino al 1954, venendo infine congedato col grado di maggior generale.[2] Per i suoi meriti militari ricevette una Bronze Star Medal.[1][2] Carriera politicaRientrato in patria, divenne giudice per la contea di Cook e cominciò la propria carriera politica nelle file del Partito Democratico, venendo eletto governatore dell'Illinois nel 1961 dopo aver sconfitto l'uscente William G. Stratton.[2] Come governatore si dimostrò fermo e pronto ad andar contro anche al suo stesso partito, affrontando dure opposizioni interne ed esterne quando propose un aumento delle tasse sui beni primari.[2] Il governo di Kerner andò presto degenerando: tra il 1963 e il 1964 lo Stato fu paralizzato da serrate lotte politiche che portarono alle caotiche elezioni locali di quell'anno, e Chicago tra il 1965 e il 1967 vide frequenti violenze razziali tra bianchi e afroamericani, costringendo il governatore a chiamare la Guardia Nazionale per riportare l'ordine.[2] Dal 1962 inoltre Kerner aveva cominciato a condurre affari illeciti legati al mondo del gioco d'azzardo e delle truffe finanziarie, utilizzando soldi pubblici e presentando false dichiarazioni dei redditi.[2] Nel 1967 il presidente degli Stati Uniti d'America Lyndon B. Johnson nominò il governatore a capo di una commissione sui disordini civili che in quel periodo interessavano la nazione, che per questo venne detta commissione Kerner.[1] Il rapporto finale della commissione (il Rapporto Kerner) dipinse un'America divisa, con fratture sociali tra bianchi e afroamericani ai limiti dell'insanabile; il Rapporto Kerner divenne quindi un documento fondamentale nella lotta degli afroamericani per i diritti civili, venendo ampiamente citato nel dibattito pubblico almeno fino agli anni 1990.[1][2] Ultimi anniNel 1968 si dimise dal ruolo di governatore per poter stare accanto alla moglie Helena, gravemente malata, e Johnson lo nominò giudice del VII circuito della Corte d'appello degli Stati Uniti d'America.[2] Nel 1971 tuttavia emersero i gravi illeciti commessi durante il suo mandato da governatore, e nel dicembre dello stesso anno venne accusato da un gran giurì federale di corruzione. Kerner rifiutò di dimettersi dal ruolo di giudice, venendo infine condannato nel 1973 a tre anni di carcere e ad una multa di 50 000 dollari.[1][2] La sentenza venne temporaneamente sospesa per permettergli di rimanere accanto alla moglie ormai morente, deceduta nello stesso 1973. L'anno successivo perse quindi il suo incarico e fu incarcerato a Lexington in Kentucky, venendo tuttavia rilasciato dopo pochi mesi perché ammalato di cancro ai polmoni, morendo nel 1976.[1][2] Negò sempre di aver commesso i crimini imputatigli.[1] Nonostante la controversa eredità politico-giudiziaria, è ancora oggi ricordato per il suo ruolo fondamentale nella lotta ai diritti civili degli afromericani.[2] OnorificenzeNoteAltri progetti
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