Orazio Ferraro figlio più giovane e allievo del famoso pittore, stuccatore e scultore Antonio Ferraro,[1][2] nonché religioso della Compagnia di Gesù. Insieme al fratello Tommaso Ferraro ha lavorato nel laboratorio del padre fino alla morte di quest'ultimo avvenuta nel 1609. Le opere più importanti arricchiscono le chiese della città natale Castelvetrano.
1613, Madonna del Rosario, dipinto trafugato, opera documentata.[6]
XVII secolo, Annunciazione, dipinto scomparso alla fine della guerra, opera documentata nella chiesa di Maria Santissima Annunziata o Badia.[6]
Erice
1599, Nostra Signora della Stella, statua in stucco con storie della Nascita di Gesù nel piedistallo e l'iscrizione "OPVS HORATH FERRARII 1599.", opera custodita nella chiesa di San Cataldo.[5]
1605, Immacolata Concezione, statua in stucco recante l'iscrizione "CONFRATES SS.ME CONCEPTIONIS SVMPTIBVS PROPRIIS" - "1605, OPVS HORATH FERRARII", opera custodita nell'absidiola sinistra della chiesa di San Giuliano.[5]
1605c., Gloria di San Martino, raffigurazione in stucco, opera documentata nell'abside della chiesa di San Martino.[5]
1622, Sant'Isidoro Agricola, dipinto, opera custodita nella cappella eponima della navata destra.
1622, Compianto sul Cristo morto sostenuto da un angelo raffigurato con Sant'Enrico e San Carlo Borromeo, olio su tela, dipinto recante l'iscrizione "OPVS HORATH FERRARII 1622.", opera documentata nel primo altare a sinistra della chiesa San Giovanni Battista,[6] e custodita nella Cappella de Scrineis.
1600, Madonna delle Grazie raffigurata tra i San Pietro e Sant'Andrea, tela firmata e datata, opera eseguita per la chiesa di San Nicolò di Bari.[6]
1609, Stucchi, apparato decorativo plastico del gruppo absidale della Trasfigurazione realizzato con la collaborazione del padre Antonio Ferraro. Nel 1576 - 1577 per volontà del vescovo Antonio Lombardo fu disassemblato il gruppo del Gagini per essere rimodulato nella scenografia del Monte Tabor. Per commissione del vescovo Luciano De Rubeis qualche decennio più tardi fu realizzata la cortina a baldacchino, la statuaria e gli ornamenti delle pareti dell'ambiente, opere presenti nella cattedrale del Santissimo Salvatore.[6]
San Vito Lo Capo
1624, Ciclo, affreschi, apparato decorativo pittorico e plastico realizzato nel cappellone del santuario di San Vito di San Vito Lo Capo.[6]
1624c., Ecce Homo, statua in stucco, opera documentata sull'altare maggiore del cappellone, oggi custodita nel museo del santuario di San Vito di San Vito lo Capo.