Omicidio di Monica Calò
L'omicidio di Monica Calò è un caso di cronaca nera avvenuto a Verbania il 14 luglio 1998.[1][2] La donna, fidanzata con l'antiquario quarantenne di Pisogne Marco Mariolini,[3] fu da questi uccisa con 22 coltellate al termine di una lite.[4] Il caso si è concluso il 30 marzo 2000[5][6] con una sentenza di condanna della Corte d'assise di Novara a 30 anni di reclusione con rito abbreviato: Mariolini è stato detenuto nel carcere di Pavia fino al 2021.[7] Un delitto "annunciato" in un libroPrima del femminicidio Mariolini aveva scritto il libro autobiografico Il cacciatore di anoressiche,[8] nel quale è raccontato il disturbo parafilico che lo aveva sempre portato a desiderare sessualmente donne anoressiche e scheletriche.[4] Sposato e padre di due figli, Mariolini narrò di come, a seguito della separazione, aveva cercato nuove compagnie femminili tramite annunci: ad uno di essi conobbe la ventinovenne Monica Calò (nel libro chiamata Barbara), studentessa di logopedia proveniente da Domodossola.[9] La relazione fu da subito tormentata, dal momento che Mariolini esercitava un rigido controllo sulla donna in tutte le sue scelte, non solo alimentari. Il libro fu presentato in una conferenza stampa a Milano il 12 maggio 1997 al Palazzo delle Assicurazioni e in quell'occasione l'autore ammise di essere potenzialmente pericoloso.[10] Sui fatti raccontati nel libro si basa parzialmente il film Primo amore (2004) di Matteo Garrone. Note
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