Oirati

Oirati
 
Popolazione638 372
Linguaoirato e altre lingue mongoliche
Religionebuddismo tibetano, sciamanesimo
Gruppi correlatiMongoli, daur, hazara, monguor, e turco-mongoli
Distribuzione
Cina (bandiera) Cina250 000
Mongolia (bandiera) Mongolia205 000
Russia (bandiera) Russia183 372

Gli oirati, chiamati anche oyrati od oyiradi (in mongolo: Ойрад Ojrad), sono una popolazione mongolica variamente diffusa nell'Asia centrale, in special modo in Cina.

Stati e popolazioni dell'Asia nel 1400

Di questo particolare gruppo etnico, originario della regione storica della Zungaria (corrispondente alla porzione settentrionale dell'odierna provincia cinese nord-occidentale dello Xinjiang e, in misura minore, ai territori occidentali della Mongolia ed a quelli orientali del Kazakistan), una buona parte emigrò, nel corso del XVII secolo, verso l'estremo Ovest, stanziandosi nella regione russa del Basso Volga, dove i loro diretti discendenti assunsero poi il nome di Calmucchi. Nel XVIII secolo, invece, una parte di essi emigrò in senso inverso verso le limitrofe regioni meridionali della Cina.

Il loro etnonimo, ojrad, deriverebbe dall'antico mongolo Dôrvôn Ojrd (Дөрвөн Ойрд), letteralmente "I quattro alleati". Anticamente, infatti, gli oirati erano suddivisi perlopiù in quattro gruppi tribali: i dzungar (o ôôld) - che divennero poi quello egemone, con la fondazione del Khanato degli Zungari -, i torgud, i dôrvôd e gli hošuud. Le tribù minori comprendevano: hojd, bajad, mjangad, zahčin e darhad.

Nel XIII secolo, un piccolo gruppo di oirati, a seguito della battaglia di ʿAyn Jālūt, si stabilì in Egitto per sfuggire all'ira di Hulegu, integrandosi col tempo con le locali popolazioni ed abbracciando l'Islam, diventando noti come "Wāfidiyya", ed entrando poi al servizio militare del sultano mamelucco Baybars, a sua volta di origine cumana[1].

Gli Oirati oggi

La loro consistenza numerica raggiungeva nel 2002 la cifra di 518.000 tra uomini e donne (206.000 in Mongolia, 174.000 in Russia e 139.000 in Cina). Le religioni da essi prevalentemente praticate sono quelle del Buddismo tibetano e del Tengrismo, ma è assai diffuso l'ateismo.

Note

  1. ^ Claudio Lo Jacono, Storia del mondo islamico (VII-XVI secolo). I - Il Vicino Oriente, Torino, Einaudi, 2003, p. 396.

Bibliografia

  • René Grousset, L'empire des steppes. Attila, Gengis-Khan, Tamerlan, Parigi, Payot, 1948
  • Michele Bernardini e Donatella Guida, I Mongoli, Torino, Einaudi, 2012. ISBN 9788806205966

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