Nuova Capitale Amministrativa
La Nuova Capitale Amministrativa[2] (in arabo العاصمة الإدارية الجديدة?, al-ʿĀṣima al-ʾIdārīya al-Gadīda) è un centro urbano in costruzione nel governatorato del Cairo, 45 chilometri a est dell'attuale capitale egiziana e appena all'esterno del secondo anello stradale del Grande Cairo, in un'area desertica in gran parte sottosviluppata, a metà strada tra Il Cairo e la città portuale di Suez. Il suo progetto fu annunciato dal ministro egiziano dell'edilizia residenziale Mostafa Madbouly alla Conferenza sullo sviluppo economico dell'Egitto, tenuta a Sharm el-Sheikh il 13 marzo 2015.[3] Secondo il progetto, la città diventerà la nuova capitale amministrativa e finanziaria dell'Egitto, ospitando i principali uffici e ministeri governativi, la sede del Parlamento e le ambasciate straniere. Su un'area totale di 700 chilometri quadri (270 mi²) dovrebbe avere una popolazione di cinque milioni di abitanti, anche se è stimato che la previsione possa aumentare fino a sette milioni[4][5]. Ufficialmente la principale motivazione per l'avvio del progetto era decongestionare Il Cairo, diventata ormai una delle città più densamente popolate e frequentate del mondo, oltre al fatto che si prevede un raddoppio della popolazione della Grande Cairo per i prossimi decenni[6][7]. Fa parte della quarta generazione di città fondate dall'Autorità per le nuove comunità urbane. StoriaLa futura nuova capitale egiziana s'inserisce nella lunga lista di città di fondazione progettate dai governanti dell'Egitto dall'epoca dell'indipendenza, tutte pensate per decongestionare la valle del Nilo, che contiene le sole terre fertili del paese. Il grande piano regolatore del 1974 prevedeva la realizzazione di diciotto nuove città, tutte situate nel deserto a est o a ovest dell'asse del fiume (tra queste figurano Città del decimo Ramadan e 6 ottobre). Dal 1977 al 2000 ventidue progetti di nuove città sono così stati realizzati, particolarmente sotto i governi di Anwar Sadat e Hosni Mubarak[8]. Dal suo arrivo al potere nel 2014, Abdel Fattah al-Sisi ha mostrato grande interesse nel progetto e ha spinto per avviare rapidamente il cantiere. Ha illustrato il progetto alla comunità internazionale a Sharm el-Sheikh nel marzo 2015, mentre il calendario dei lavori prevedeva che il trasferimento del palazzo presidenziale, del Parlamento e dei trentadue ministeri avvenisse a partire dal giugno 2019[9]. L'interesse del presidente in questo progetto deriva da diverse motivazioni: anzitutto quella di decongestionare Il Cairo, che al 2015 contava 18 milioni d'abitanti incluso l'agglomerato urbano ma arriva a essere frequentata ogni giorno da 22 milioni di utenti; in secondo luogo, le previsioni demografiche del governo prevedono che la metropoli cairota possa crescere fino a 40 milioni di abitanti entro il 2050[10]. La scelta di spostare il centro del potere verso est è poi motivata dalla volontà di avvicinare il centro decisionale al canale di Suez, arteria commerciale vitale per il paese, ma anche alla penisola del Sinai, politicamente instabile, e di rinsaldare i legami con gli stati del Golfo che molto hanno investito nel progetto[9]. ProgettoI progetti della nuova città prevedono che sia composta da 21 distretti residenziali e 25 "distretti dedicati". Il suo quartiere degli affari dovrebbe avere una ventina di grattacieli[9] e un monumento di grande altezza (345 m), paragonabile alla Torre Eiffel e al monumento a Washington[11]. La città avrà anche un parco di dimensioni doppie rispetto al Central Park di New York, laghi artificiali, circa 2000 istituti scolastici, un parco tecnologico e innovativo, 663 ospedali e cliniche, 1250 moschee e chiese, 40000 camere d'albergo, uno stadio da 93.440 posti, un grande parco a tema di dimensioni quadruple rispetto a Disneyland, campi di pannelli solari di 90 chilometri quadrati, 10000 km di nuove strade, una ferrovia elettrificata che la colleghi al Cairo e un nuovo aeroporto internazionale sul sito dell'attuale aeroporto militare Wadi al Jandali dell'aeronautica egiziana[5][6][12][13][14][15][16][17][18][19][9]. Il progetto prevede che sia costruita come una smart city. Il completamento del trasferimento del parlamento, dei palazzi presidenziali, dei ministeri e delle ambasciate straniere è atteso tra il 2020 e il 2022 per un costo di 45 miliardi di dollari statunitensi. Il costo complessivo e il cronoprogramma per l'intero progetto non sono stati resi pubblici[18]. Informazioni e consigli su precedenti esperienze di spostamento di capitali sono stati acquisiti grazie a incontri con rappresentanti di altre città simili, come Astana, che ha sostituito Almaty come capitale del Kazakistan nel 1997[20]. Ci si aspetta che i primi funzionari governativi si trasferiscano nei loro nuovi uffici nel corso del 2019[21]. CostruzionePrima dell'annuncio ufficiale, il ministro egiziano degli investimenti Ashraf Salman aveva già menzionato la possibilità di una nuova capitale che fosse "sviluppata, progettata e realizzata da un'azienda del settore privato", senza nessun costo per il fisco egiziano[22]. Successivamente è stato rivelato che la città sarà costruita da Capital City Partners, un'azienda privata d'investimenti immobiliari guidata dall'imprenditore emiratino Mohamed Alabbar[4]. Quando il progetto è stato annunciato ufficialmente nel marzo 2015, è stato reso noto che le forze armate egiziane avevano già iniziato a costruire una strada dal Cairo al sito della futura capitale[19]. Nel settembre 2015 l'Egitto ha cancellato il memorandum d'intesa firmato con Mohamed Alabbar durante il vertice economico di marzo dal momento che questi non aveva riportato alcun progresso sul progetto proposto[23]. Nello stesso mese l'Egitto ha firmato una nuova intesa con la China State Construction Engineering Corporation (CSCEC) per “studiare costruzione e finanziamento” della parte amministrativa della nuova capitale, che includerà ministeri, agenzie governative e il palazzo dell'ufficio del presidente[24]. China Fortune Land Development e CSCEC hanno firmato accordi con le autorità egiziane all'inizio del 2016 e negli anni successivi per sviluppare parti del progetto[25][26][27][28][29]. Secondo un quotidiano locale, la compagnia di costruzione egiziana Arab Contractors (in arabo El-Mokawloon El-Arab) è stata chiamata a costruire gli impianti di fornitura d'acqua e le fognature per la nuova capitale. Il 6 gennaio 2019 il presidente Abdel Fattah al-Sisi ha inaugurato la cattedrale copta dedicata alla Natività di Cristo, la più grande d'Egitto e del Vicino Oriente, nella Nuova Capitale Amministrativa (NCA), e una gigantesca moschea, seconda in grandezza solo alla Grande Moschea della Mecca in Arabia Saudita[30][31]. Note
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