Mura di Loreto
Le mura di Loreto sono l'antica cinta di difesa della città di Loreto (AN) nelle Marche. Già erette a partire dal 1315, vennero rifatte, potenziandole, fra il 1518 e il 1522 per volere di papa Leone X a difesa contro i Turchi. Storia e descrizionePrima cinta murariaCon l'arrivo in loco della Santa Casa (1294) cominciarono ad affluire numerosi pellegrini, e con essi anche i malintenzionati volti a rapinare questi ultimi e anche le donazioni che i papi cominciarono a inviare a Loreto. Così nel 1315[1] si intraprese la costruzione di una prima cinta muraria. Era un quadrilatero con torri agli angoli costruiti nell'arco di circa un secolo[1]. Le mura rinascimentaliNella seconda metà del XV secolo, gli attacchi, seguiti da razzie, dei Turchi diventavano sempre più frequenti nell'Adriatico. Nel 1456 ci fu un tentativo di sbarco a Porto Recanati, nel 1479 l'attacco a grottammare e l'anno seguente stragi in Puglia[1][2]. Il cardinale Girolamo Basso Della Rovere, vescovo di Macerata e Recanati, iniziò, dunque, a migliorare le fortificazioni di Loreto, inviando un contingente d'armigeri da Recanati e, dal 1485, dotando la basilica dei camminamenti di ronda e d'avvistamento realizzati da Giuliano da Maiano e Baccio Pontelli[2]. Tuttavia, per la raccolta dei fondi, i lavori procedettero lentamente. Fu con il cruento attacco del sultano Selim il Crudele del 5 giugno 1518 a Porto Recanati, che il papa Leone X diede forti disposizioni per il potenziamento delle fortificazioni erigendo delle nuove mura[1][2][3][4][5]. Dal 1518 al 1522 si intraprese il grande cantiere che, come dalle disposizioni papali, doveva essere rapido. Si utilizzarono i materiali destinati all'ampliamento del porto di Recanati; si impiegarono 400 operai, al lavoro anche di domenica[1][2], e tre architetti: Antonio da Sangallo il Giovane che ideò il progetto, Cristoforo Resse da Imola realizzò i lavori e Andrea Sansovino perfezionò l'opera. Le mura, dotate di merli arcuati binati[4] e munite di 26 pezzi d'artiglieria[1], erano fortificate da tre baluardi pentagonali e due bastioni circolari[2][5]. Il torrione circolare occidentale, il maggiore, dotato di 28 merli, nascondeva una cisterna; quello orientale, detto torrione Sangallo, con 16 merli e una garitta di vedetta, accoglieva le casematte[1][2]. Le porteSulla cinta muraria si apriva originariamente un solo ingresso, porta Osimana, che si dava verso nord-ovest, in direzione della città di Osimo[2]. In seguito venne realizzata la porta Marina, ad nord-est, che affaccia sulla piana del Musone, verso il monte Conero e dunque il mare Adriatico.
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