La costruzione dell'incrociatore iniziò nel 1976 presso il cantiere navale intitolato ai 61 Comunardi di Nikolaev, odierna Mykolaïv in Ucraina, come capofila del Progetto 1164. Il varo avvenne nel 1979 e l'incrociatore entrò in servizio per conto della marina militare sovietica tra la fine del 1982 e l'inizio del 1983.
Successivamente, tra il 1990 e il 1991, tornò a Nikolaev per subire alcuni lavori di ammodernamento che, tuttavia, si protrassero almeno fino al 1998 a causa della carenza di fondi.[2]
Nell'ambito delle crescenti tensioni tra Russia e Georgia, sfociate poi nella seconda guerra in Ossezia del Sud, l'incrociatore fu dispiegato nell'agosto 2008 nel Mar Nero con compiti di protezione[6][7] e dopo il riconoscimento da parte della Russia dell'indipendenza dell'Abcasia fu dislocato nel porto della capitale abcasa Sukhumi. Successivamente, nel dicembre 2009 fu sottoposto a revisione intermedia con la sostituzione degli impianti di raffreddamento e di altre attrezzature, oltre che a pulizia e ritinteggiatura dello scafo, delle eliche e degli assi propulsivi. Nell'aprile 2010 è stato riferito che l'incrociatore si sarebbe unito ad altre unità navali per un'altra esercitazione nell'Oceano Indiano.[8]
Dal settembre 2015 l'incrociatore è stato dislocato nel porto di Tartus, in Siria, con una scorta di cinque navi e un sottomarino d'attacco, per svolgere un'azione di supporto all'intervento militare russo in favore delle forze governative siriane nell'ambito della guerra civile. Nel 2021 ha lanciato per la prima volta un missile antinave P-1000 Vulkan nell'ambito di un'esercitazione nel Mar Nero.[9]
Soltanto nella tarda serata del 14 aprile 2022 il Ministero della difesa russo ha infine confermato l'affondamento del Moskva, affermando che esso fosse stato causato dai gravi danni riportati dall'incrociatore e dalla tempesta che imperversava durante il traino a rimorchio verso Sebastopoli.[16][17][3] L'emittente TRT World ha riportato le dichiarazioni del ministro della difesa lituanoArvydas Anušauskas secondo cui, di 485 membri dell'equipaggio (dei quali 66 ufficiali), 54 sarebbero stati tratti in salvo da una nave turca[18]; mentre secondo Il'ja Ponomarëv, ex deputato russo della Duma di Stato, il comandante dell'unità, capitano di vascelloAnton Kuprin era morto nell'esplosione.[19]
Tuttavia, il giorno seguente, il ministero della difesa russo ha diffuso un video nel quale veniva mostrato il capo della Marina russa, ammiraglio Nikolaj Evmenov, mentre incontrava parte dell'equipaggio superstite in una caserma a Sebastopoli. Il comandante della nave, CV Kuprin, è comparso nel video diffuso dal canale televisivo militare Zvezda mentre assieme a Emenov passava in rassegna quelli che sarebbero i marinai del Moskva disposti su due ranghi di circa 120 uomini ciascuna. Ciò ha dato adito a diverse speculazioni sull’originalità del video[20] che è infine risultato autentico.[21][22] Ignoto il numero delle perdite, sebbene da parte russa viene indicato come tutto l’equipaggio, composto da un numero compreso tra i 485 e 510 uomini a seconda delle fonti, sia stato tratto in salvo e che la nave abbia subito solo un incendio.[23] Nel frattempo però, sulle reti sociali russe, hanno iniziano ad apparire richieste d’informazioni con le foto dei dispersi.[24][25]
^ Richard Scott, Russia deploys naval squadron to Indian Ocean, in Jane's Defence Weekly, 16 aprile 2003.
^Black Sea Fleet Moving Towards Georgia, su invasionintogeorgia.org, 10 agosto 2008. URL consultato il 14 aprile 2022 (archiviato dall'url originale il 4 maggio 2009).