Monitor (film 2015)
Monitor è un film del 2015 diretto da Alessio Lauria, presentato alla Festa del Cinema di Roma[1]. TramaIn un presente alternativo, il solitario Paolo è il miglior "monitor" della grande azienda AMX. Un monitor è una persona che, in modo anonimo, raccoglie sfoghi e confessioni dei dipendenti a lui assegnati, a sua volta senza poterne mai conoscere l'identità. Paolo è il migliore perché, come dice il suo capo Sushil, non perde mai la calma. E per questo ci sono ottime possibilità che prenda il posto proprio di Sushil, che sta per essere promosso. Paolo, però, comincia a preoccuparsi per il suo impeccabile stato di servizio quando apprende che un dipendente dell'azienda ha tentato il suicidio e che potrebbe trattarsi di uno di quelli assegnati a lui. I sospetti di Paolo si concentrano su una donna che, durante le visite nella stanza dei monitor, gli racconta dell'insoddisfacente rapporto col marito. ProduzioneIl soggetto del film ha vinto la sezione Experimenta del Premio Solinas[2]. Il film è stato girato a Roma, nel campus universitario di Tor Vergata[3]. DistribuzioneIl film fa parte del gruppo di Web movie co-prodotti da Rai Cinema. Ha avuto la sua anteprima alla Festa del Cinema di Roma, nella sezione Panorama di Alice nella città, il 17 ottobre 2015. È stato in seguito selezionato da una serie di festival nazionali e internazionali, come il Trieste Science+Fiction - Festival della Fantascienza[4], il Festival de Cine Italiano de Madrid[5], il Santa Barbara International Film Festival[6] e il Vail Film Festival[7]. Dal 20 novembre 2015 il film è visibile sul portale Rai Cinema Channel[8]. Colonna sonoraÈ stata composta da Luca Novelli, membro del gruppo Mokadelic, e include il brano Melancholia, dei Mambassa, e It's Your Turn, degli Apash Twenty Twelve. Critica«(...) secondo meccaniche drammaturgiche derivative, ma enunciate molto bene (...), Lauria affonda delicatamente il coltello in una tra le piaghe della contemporaneità, alla ricerca di un essere umano in via di estinzione.» «Lauria calca la mano sulla resa filmica degli ambienti, sulla claustrofobia di un’esperienza di vita che soffoca l’individuo, sullo sguardo estetizzante, a un passo dall'astratto, su interni asettici, in cui metalliche luci al neon sottolineano la solitudine di chi li abita. Il suo approccio riesce a dribblare, quasi sempre, le insidie del formalismo, grazie a un’attenzione sempre presente al racconto, alla sottolineatura della recitazione (decisamente buone le prove dei due protagonisti), allo sviluppo coerente della love story al centro della trama.» Riconoscimenti
Note
Collegamenti esterni
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