L'edificio è a navata unica terminante con un'abside, è preceduto da un nartece affiancato da due cappelle. Lo stile architettonico è quello romanico; probabilmente fu costruito da maestranze venute dalla costa adriatica. Il nartece e la torre campanaria furono aggiunti nella prima metà del XIV secolo.
Gli affreschi di Sopoćani sono considerati da molti esperti di arte medievale serba come i più belli del periodo. Anteriori a Cimabue, dimostrano come non soltanto in Italia l'arte di matrice bizantina si stesse evolvendo verso una maggiore resa dei volumi ed un migliore dialogo con l'osservatore.[senza fonte]
Sul muro occidentale della navata principale si trova il famoso affresco del Sonno della Vergine: qui le figure sono senza contorno e le sfumature finissime evidenziano la rotondità volumetrica. Questo fa parte del ciclo pittorico più antico, risalente al 1263-64.
I dipinti della cupola sono completamente scomparsi: probabilmente, rispettavano la consueta disposizione iconografica bizantina, col Cristo Pantocratore alla sommità della cupola e figure di Profeti nel tamburo. Nei pennacchi sono dipinti gli Evangelisti, mentre nei medaglioni erano raffigurati tre profeti e Seth.
Nel Nartece furono dipinti per la prima volta nella storia dell'arte serba un Concilio Ecumenico, la Storia di Giuseppe, il Giudizio finale e l'Albero di Jesse in una parte così importante di una chiesa.
In più, la scena della morte della regina Anna Dandolo somiglia molto, stilisticamente a quella del Sonno della Vergine: intorno al letto di morte stanno il figlio della sovrana, Stefano Uroš I e i suoi eredi Stefano II Dragutin e Stefano Uroš II Milutin con altri membri della famiglia reale.
Gli affreschi nelle due cappelle furono dipinti in epoca più tarda: tra essi è degno di menzione quello che rappresenta la morte di Stefano Nemanja e la traslazione delle sue spoglie nel monastero di Studenica.
Vicissitudini storiche
Nel XVI secolo i monaci dovettero temporaneamente lasciare il monastero in diverse occasioni a causa della minaccia dell'Impero ottomano. Nel 1689 gli Ottomani diedero alle fiamme il monastero e la comunità di monaci fuggì in Kosovo, portando con sé alcune importanti reliquie.
Per oltre due secoli il monastero restò disabitato. La chiesa cadde lentamente in rovina: la cupola e i tetti a volta delle navate crollarono e le rovine degli edifici circostanti vennero ricoperti di detriti.
Nel XX secolo il complesso fu restaurato e oggi è abitato da una fiorente comunità di religiosi. Molti considerano un autentico miracolo il fatto che la maggior parte degli affreschi di Sopoćani non sia andata perduta per sempre, sopravvivendo a più di due secoli d'incuria.