Disputata tra il e il 4 aprile 1938 su un percorso stradale da Brescia a Roma e ritorno, per un totale di 1621,270 chilometri, venne vinta da Clemente Biondetti e Aldo Stefani su Alfa Romeo 8C 2900 B spider Touring dell'Alfa Corse, che coprirono l'intera distanza in 11 ore 58 minuti e 29 secondi stabilendo una nuova velocità media record di 135,391 chilometri orari.[1]
Come da tradizione i concorrenti vennero suddivisi in classi in base alla cilindrata e all'utilizzo del compressore, inoltre vennero suddivisi in due macro-categorieː Sport Internazionale, riservata alle vetture sport, e Sport Nazionale, evoluzione della categoria vetture nazionali da turismo e riservata a vetture con telaio e meccanica di una vettura di serie (lievemente elaborati) con una carrozzeria modificata conforme alla categoria sport. In tutto si iscrissero 155 concorrenti, presero il via 148 equipaggi e se ne classificarono 72.[1][2]
Sigla
Categoria
S3.s/4.5
Sport Internazionale fino 3000 cm3 con compressore
Il percorso venne modificato notevolmente rispetto all'anno precedente con due grosse variazioni. Il primo cambiamento venne fatto con la soppressione del classico percorso che da Firenze portava verso Roma attraverso Siena e Viterbo (Via Cassia), sostituito da un nuovo itinerario che tocca invece, dopo Firenze, Pisa, Livorno e Grosseto (Via Aurelia). La seconda variazione di rilievo riguarda il tratto dopo Foligno che, evitando Perugia, punta verso l'Adriatico attraverso il Passo della Scheggia e quello del Furlo e giungendo così a Fano per poi proseguire verso il traguardo di Brescia.
Così modificato il tracciato raggiunse una distanza complessiva di 1621,270 km; 18,730 km in meno rispetto all'anno precedente.[3]
Gara
Resoconto
La categoria Sport Internazionale con motori sovralimentati fino a 3 litri o aspirati fino a 4,5 litri era quella in cui erano iscritte le vetture che puntavano all'assoluto, in particolare l'Ecurie Bleue schierò due nuove Delahaye 145, auto derivate dalle coeve vetture da Grand Prix della casa con motore V12 aspirato 4.5 litri, per Dreyfus - Varet e Comotti - Roux; parteciparono di nuovo alla corsa altre due vetture francesi, la Delahaye 135 CS di Masaud - Quinlin e la Talbot 150C di Carriére - Vanderpyl.
L'Alfa Romeo era ben rappresentata anche nella classe Sport Nazionale oltre 2 litri con ben 12 Alfa Romeo 6C 2300 tra cui una "B" con telaio modificato da Vittorio Jano e carrozzeria Touring per Franco Cortese e un'evoluzione della 6C 2300 Pescara spider Zagato che lo stesso Cortese aveva guidato l'anno prima per Haller - Castelbarco.
Nella classe Sport Internazionale fino a 2 litri con compressore la battaglia era fra vecchie Alfa Romeo 6C 1750 GS e Maserati 4CS 1500 mentre nella Sport Internazionale 2 litri senza compressore oltre ad una Riley 2000 e all'Aston Martin 2-Litre Speed di Eddie Hertzberger vincitrice l'anno precedente debuttavano le nuove BMW 328 assistite dalla squadra corse ufficiale diretta da Ernst Loof. Vennero iscritte quattro BMW 328, tre ufficiali per Schomburg Lippe - Lurani, Richter - Werneck, Von der Mühle - Holtzschuh e una "privata" (iscritta dalla Frazer Nash, che assemblava le BMW per l'Inghilterra) per gli inglesi Fane - James.
Nelle nuove categorie Sport Nazionale 750 e 1100 parteciparono solo Fiat, nella prima esclusivamente 500 "Topolino" con meccanica e carrozzeria più o meno elaborate mentre nella seconda sia vecchie che nuove Balilla modificate tra cui la nuova 508C Mille Miglia berlinetta allestita dalla Savio per Piero Taruffi. Nella categoria Sport Nazionale fino a 1.5 litri invece le Fiat 1500 si confrontarono con le nuove Lancia Aprilia 1350.
L'ordine di partenza prevedeva che partissero per prime le vetture meno potenti seguite poi da tutte le altre facendo il modo che le vetture in lotta per il titolo assoluto sfruttassero al massimo la luce solare. Quell'anno, dopo le precedenti edizioni svoltesi sotto la pioggia, il meteo fu favorevole e ciò permise di migliorare sensibilmente le medie record.
Dopo il primo tratto molto veloce fino a Bologna l'Alfa Romeo di Pintacuda si portò in testa seguita a due minuti dalla Delahaye di Dreyfus e dall'Alfa di Biondetti vicinissime tra loro mentre Farina e Siena erano già fuori gara a causa di un incidente e di un guasto. Sull'appennino Piero Dusio sulla "vecchia" 8C 2900 A aumentava il ritmo e le gomme della Delahaye di Dreyfus ne risentivano, le Dunlop erano troppo tenere e per riuscire a mantenere quell'andatura fino in fondo Comotti si ritirò per cedere la propria scorta di gomme al caposquadra; Pintacuda era primo anche a Roma seguito da Biondetti, Dusio, Dreyfus, Carriére sulla Talbot e Masaud sulla "vecchia" Delahaye 135 CS.
Risalendo la penisola Biondetti prese il comando della corsa, seguito da Dusio e da Dreyfus, attardato da un guasto all'impianto di raffreddamento, dopoché a Terni Pintacuda era quasi costretto al ritiro da una panne all'impianto frenante; e acquisì un discreto vantaggio. Nonostante un tentativo di rimonta di Pintacuda, ripartito dopo aver riparato la macchina, l'Alfa Romeo 8C 2900 B MM Spider Touring di Clemente Biondetti e Aldo Stefani tagliò per prima il traguardo a Brescia dopo 1621,270 chilometri in 11 ore 58 minuti e 29 secondi ad una velocità media di 135,391 chilometri orari, stabilendo un nuovo record assoluto destinato ad essere battuto solo nel 1953.[4] La vettura gemella di Carlo Maria Pintacuda e Paride Mambelli riuscì a raggiungere il secondo posto e Dusio - Boninsegni sulla "vecchia" 8C 2900 A spider "botticella" completarono il podio tutto Alfa Romeo. Le francesi Delahaye 145 di Dreyfus - Varet e Talbot T150C terminarono al quarto e quinto posto seguiti da l'Alfa Romeo 8C 2300 Monza 2.6 spider di "Ventuno" - "Ventidue", pseudonimi di Suppo - Terragnoli, e la Delahaye 135 CS di Robert Mazaud - Julio Quinlin.
Ottava assoluta e prima di classe Sport fino a 2 litri una delle quattro BMW 328 dominatrici della classe, quella degli inglesi A.F.P. Fane - Bill James che avevano battuto la vettura gemella di Schamburg-Lippe - Lurani, decima assoluta, di poco più di due minuti; tra di loro, noni assoluti e primi di categoria Sport Nazionale oltre 2 litri, l'Alfa Romeo 6C 2300 B MM Spider Touring di Cortese - Fumagalli che aveva regolato facilmente gli avversari diretti. Per la vittoria classe Sport Nazionale fino a 1.5 litri ci fu un duello interno alla Scuderia Ambrosiana tra la Lancia Aprilia 1350 di Gigi Villoresi e la Fiat 1500 di Ovidio Capelli, entrambe con carrozzeria spider di Zagato, risoltasi a favore del primo giunto 14º assoluto. In categoria Sport 2000 con compressore l'Alfa Romeo 6C 1750 GS spider Zagato di Felice Bellandi ed Otello Veggelli[5] vinse dopo il ritiro delle Maserati 4CS 1500.
Purtroppo l'evento più importante della Mille Miglia 1938 fu un incidente che a Bologna coinvolse la Lancia Aprilia di Bruzzo - Mignanego che sbandando dopo aver attraversato le rotaie del tram investì il pubblico che si trovava sullo spartitraffico ferendo ventitré persone e uccidendone dieci, di cui sette bambini.[4] A seguito di questo tragico evento il regime fascista si inchinò alle richieste all'opinione pubblica e proibì le manifestazioni sportive su strade pubbliche in aree edificate, ciò significò la Mille Miglia 1939 non poté essere disputata e l'edizione 1940 si svolse con una diversa modalità.