Mencía López de Haro
Mencía López de Haro (nome usato in spagnolo, aragonese, catalano e galiziano; in portoghese Mécia Lopes de Haro; in basco Mentzia Lopitz Harokoa; Biscaglia, 1215 circa – Nájera, 1270) nobile della Biscaglia, fu regina consorte del Portogallo dal 1246[1] al 1248[2]. OrigineMencía, come specifica il Nobiliario del Conde de Barcelos era figlia di Lope Díaz II de Haro cabeza brava, conte di Biscaglia e di Urraca Alfonso[3], figlia illegittima del re di León Alfonso IX e di Ines Iñiguez de Mendonza[4][5].
BiografiaSecondo il Diccionario biográfico español, Real Academia de la Historia, Mencía sin da piccola fu ammessa alla corte di Castiglia al servizio della Regina consorte di Castiglia, Beatrice di Svevia[7]. Mencía si sposò, in prime nozze, nel 1228, con Álvaro Pérez de Castro[8](?- Orgaz, 1240), figlio di don Pedro Fernández de Castro, el Castellano, signore di Paredes e di Jimena Gómez (figlia di Gómez González de Manzanedo)[9][10]; Mencía era la seconda moglie di Alvaro che era vedovo di Aurembiaix di Urgell[8](1196-Balaguer agosto 1231).
Dopo essere rimasta vedova, Mencia, nel 1246[1], sposò, in seconde nozze, il re del Portogallo, Sancho II[11][5][12], che, secondo il Roderici Toletani Archiepiscopi De Rebus Hispaniæ, era figlio del re del Portogallo Alfonso II e della moglie, la principessa Urraca di Castiglia[13][14][12][15], che, secondo la Cronaca di Alberico delle Tre Fontane (Urraca regina Portugalie) era la figlia del re di Castiglia, Alfonso VIII e di Eleonora Plantageneta, figlia del re d'Inghilterra Enrico II e di sua moglie la duchessa d'Aquitania Eleonora, ex regina di Francia[16][17][18][19]. L'anno prima (1245) però, come riporta lo storico britannico Edgar Prestage, a seguito del concilio di Lione il papa aveva proclamato il fratello del re, Alfonso, conte di Boulogne, tutore del reame, e praticamente, Sancho, pur mantenendo il titolo di re era stato esautorato[20].
In quello stesso anno (1246), il matrimonio fu dichiarato nullo per consanguineità dal papa Innocenzo IV, in quanto era stato celebrato senza la dispensa papale[7], necessaria nei casi in cui gli sposi erano parenti ed emise una bolla con la quale deponeva re Sancho II, come riportato dal documento n° 23 delle Provas da Historia genealogica da casa real portugueza[21].
Durante la guerra civile, poiché non era riuscita a dare discendenza al re Sancho, considerata una regina maledetta, fu accusata di dominare il marito, considerato un carattere debole. Quando nel 1247, il re andò in esilio a Toledo, pare che Mencía lo seguisse e dopo la sua morte, nel gennaio del 1248, continuò a vivere in Castiglia e, solo in un secondo tempo si trasferì nella città di Nájera, dove visse sino alla sua morte, nel 1270[7]. Il suo sepolcro si trova a Nájera, nel Monastero di Santa María la Real[7]. FigliMencia non diede figli a Sancho come non ne aveva dati ad Álvaro[12][14][22]. LetteraturaMencía López de Haro fu l'ispiratrice della Lenda da Dama Pé-de-Cabra (Leggenda della Dama dal piede di Capra), tratta da Lendas e Narrativas (Leggende e Racconti) dello storico, giornalista e poeta portoghese Alessandro Herculano (1810-1877). Note
BibliografiaFonti primarie
Letteratura storiografica
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