Arrivato in Argentina nel 1909, lavorò in primo luogo nello studio di Arturo Prins ed Oskar Razenhofer, per i quali collaborò tra le altre cose nella progettazione della nuova sede della Facoltà di Diritto della capitale, un edificio simbolo dello stile neogotico. Tra i suoi primi lavori indipendenti risaltano per il loro singolare stile due vicini edifici, entrambi nel Viale Rivadavia e costruiti nel 1914: uno per i due atlanti che sostengono i balconi del secondo piano, e l'altro per la sua facciata che presenta tre robusti archi di quattro piani di altezza. Tra le sue opere più importanti la costruzione del Palazzo Barolo[3] a Buenos Aires e l'edificio gemello Palazzo Salvo a Montevideo.
1914: Edificio de viviendas. Avenida Rivadavia 1916, Buenos Aires.
1914: Edificio de viviendas, proprietà di Bernardo Vila. Avenida Rivadavia 2625, Buenos Aires.
1914: Cine Presidente Roca. Avenida Rivadavia 3736, Buenos Aires. (Demolito)
1915: Chalet proprietà di Alberto Grimoldi. Avenida Rivadavia 5050, Buenos Aires. (Demolito)
1919/23: Palazzo Barolo, proprietà di Luis Barolo. Avenida de Mayo 1370, Buenos Aires.
1919/24: Edificio de viviendas, proprietà di Juan Uboldi. Avenida Rivadavia 2460, Buenos Aires.
1919/24; Palacio Comercial, proprietà di Emilio Valsechi. San José esq. Adolfo Alsina, Buenos Aires.
1919/24: Casa Matriz del Banco Francés e Italiano para la América del Sur. Teniente General Perón esq. San Martín, Buenos Aires.
1920: Edificio Roccatagliata, proprietà di Andrés Rocatagliata. Avenida Santa Fe esq. Avenida Callao, Buenos Aires.
1921: Edificio de viviendas, proprietà di Andrés Rocatagliata. Avenida Santa Fe 1769/71, Buenos Aires.
1922: Residencia particular. Eduardo Costa 3079/99, Buenos Aires. (Associato: Alguier)
1922: Palazzo Salvo, proprietà dei fratelli Salvo. Avenida 18 de Julio entre Plaza Independencia y Andes, Montevideo.
1927: Palazzo Automotor, proprietà di Resta. Avenida Figueroa Alcorta 3351, Buenos Aires.
1927/8: Hotel Excelsior (attualmente Castelar Hotel). Avenida de Mayo 1142
Opere a Milano
1924-28: Edicola Palanti, presente nel cimitero Monumentale di Milano; dal 1981 Civico Mausoleo Palanti, ove riposano cittadini illustri che hanno legato il proprio nome alla città di Milano, tra i quali Hermann Einstein, Walter Chiari, Giovanni D'Anzi, Luigi Berlusconi, e lo stesso Mario Palanti.
1942: Rampe pedonali e carrabili che permettono l'accesso da piazza Andrea Doria (ora piazza Duca d'Aosta) alla galleria di testa della stazione Centrale di Milano.[10]
Carlo Cresti e Giuseppe Cruciani Fabozzi, Mario Palanti. Un architetto tra eclettismo e fascismo, 1ª ed., Milano, Pontecorboli Editore, 2015, ISBN978-88-97080-77-0.