Mario Fasulo
Mario Fasulo (San Massimo all'Adige, 12 aprile 1912 – Goibo, 22 maggio 1937) è stato un militare italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana. BiografiaNacque a San Massimo all'Adige (provincia di Verona) il 12 aprile 1912, figlio di Giuseppe e Irma Manfroni.[2] Figlio di colonnello dei bersaglieri, decorato al valore e mutilato della prima guerra mondiale, il 1º maggio 1930, all'età di diciotto anni, si arruolò nel Regio Esercito come allievo sergente della specialità alpini presso la Scuola allievi sottufficiali di Rieti.[2] Promosso caporale il 1º agosto e sergente l'anno successivo, il 5 marzo 1931 venne assegnato al 7º Reggimento alpini.[2] Posto in congedo nel maggio 1932, quattro anni dopo, il 15 marzo 1936, si arruolò volontario in uno dei reparti mobilitati per le esigenze in Africa Orientale Italiana.[2] Sbarcato a Massaua il 15 gennaio 1937, fu assegnato alle truppe del Governo dei Galla Sidamo ed in servizio al plotone collegamenti della IX Brigata coloniale.[2] Cadde in combattimento a Goibo, durante le grandi operazioni di polizia coloniale il 22 maggio 1937, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3] Nominato sottotenente di complemento dell'arma di fanteria alla memoria.[2] Onorificenze«Sottufficiale educato ai più nobili ardimenti ed addetto ad un comando di brigata, volontariamente si portava in linea. Caduto un ufficiale assumeva di iniziativa il comando del plotone. Ferito una prima volta nel guidare i suoi uomini al contrattacco, rifiutava di recarsi al posto di medicazione. Accortosi che un forte gruppo di ribelli tentava un aggiramento sulla sinistra del reparto, alla testa di pochi uomini si lanciava alla baionetta sul nemico dieci volte superiore di numero, sventando ogni minaccia. Mentre la vittoria arrideva alle nostre armi, si abbatteva al suolo colpito al petto da una raffica nemica ed agli ascari accorsi per soccorrerlo, ordinava di continuare l’azione. Spirava col sacro nome d’Italia sulle labbra. Fulgido esempio di piena dedizione al dovere, di cosciente spirito di sacrificio e di sublime ardimento. Goibo, 22 maggio 1937.[4]»
— Regio Decreto 21 novembre 1938.[5] NoteAnnotazioniFonti
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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