Il Marea è stato un sommergibile della Regia Marina, appartenente alla classe Tritone.
Storia
Attività bellica
Costruito nel cantiere navale di Monfalcone, ebbe sostituite le eliche a passo costante con quelle a passo variabile, a causa di vari malfunzionamenti alle prime[4].
Dopo l'addestramento, svoltosi nell'Adriatico settentrionale, si trasferì a Napoli il 1º agosto 1943 al comando del sottotenente di vascello Attilio Russo.[3]
Fino all'armistizio compì in tutto 2 missioni offensive e 5 di trasferimento, per un totale di 2371 miglia di navigazione in superficie e 327 in immersione[5].
Il 3 settembre uscì in mare per contrastare l'ormai prossimo (così almeno si riteneva) sbarco alleato in Calabria ma fu fatto tornare in porto poco dopo, non avendo trovato nessuna nave nemica[3].
Il 7 settembre fu nuovamente inviato nel basso Tirreno nel corso del «Piano Zeta», che prevedeva l'impiego della residua flotta di sommergibili contro lo sbarco alleato; l'indomani, tuttavia, in seguito all'annuncio dell'armistizio, diresse per Bona ove si consegnò agli Alleati[3][6].
Fu poi trasferito a Malta (il 16 settembre 1943, assieme ad altri cinque sommergibili, scortato dal cacciatorpediniere Isis[7]), a Taranto (il 6 ottobre 1943, assieme a cinque altri sommergibili, fra cui il gemello Vortice, e a varie altre unità[8]) ed infine a Brindisi[3].
Durante la cobelligeranza svolse due missioni speciali (dal 3 al 9 novembre e dal 23 al 29 dicembre 1943) sbarcando spie nei pressi di Cortellazzo[3][9].
Dal febbraio 1944 al maggio 1945 fu impiegato alle Bermuda, e successivamente nella Naval Submarine Base New London di Groton (Connecticut) per esercitazioni antisommergibile alleate, svolgendo ben 139 missioni di questo tipo[3][9].
Il trattato di pace e la cessione all'Unione Sovietica
Al termine del conflitto, in base alle clausole del trattato di pace[2] il battello venne assegnato all'Unione Sovietica, che ottenne una cospicua copia di naviglio e venne radiato il 1º febbraio 1948 in attesa della consegna ai sovietici che avvenne nel febbraio dell'anno successivo a Valona. Per tutte le navi assegnate ai sovietici la consegna sarebbe dovuta avvenire nel porto di Odessa, ad eccezione della corazzata Giulio Cesare e dei due sommergibili Nichelio e Marea, la cui consegna era prevista nel porto albanese di Valona, in quanto la Convenzione di Montreux non consentiva il passaggio attraverso i Dardanelli di navi da battaglia e sommergibili appartenenti a stati privi di sbocchi sul Mar Nero.[10] Le tre unità partirono da Augusta con equipaggi della marina mercantile sotto le sigle provvisorie Z 11 (Cesare), Z 13 (Marea) e Z 14 (Nichelio). A Valona avvenne subito il trasferimento temporaneo alla commissione sovietica, guidata dal contrammiraglio Levčenko, quindi il 6 febbraio 1949 venne formalizzata la cessione della corazzata e il giorno seguente, 7 febbraio, quella dei due sommergibili.
Il Marea venne rinominato I-41 e parti` il 15 febbraio, insieme alle altre due unità, verso la sua nuova base di Sevastopol, dove giunse il 26 febbraio. Il 16 giugno 1949 venne rinominato S-32 e svolse missioni di addestramento per la Flotta sovietica del Mar Nero fino al 17 febbraio 1956. Venne radiato il 27 dicembre dello stesso anno[3] per essere successivamente smantellato all'inizio degli anni sessanta.[3]
Note
- ^ a b A. Turrini, Almanacco dei sommergibili, Tomo II, Rivista Marittima, 2003.
- ^ a b Regio Sommergibile Marea..
- ^ a b c d e f g h i Sommergibile "MAREA"..
- ^ Giorgerini, p. 350.
- ^ Museo della Cantieristica (archiviato dall'url originale il 5 marzo 2016).
- ^ Giorgerini, pp. 364.
- ^ Caruana, p. 54.
- ^ Caruana, p. 63.
- ^ a b Giorgerini, p. 379.
- ^ Sergej Berežnoj, traduzione e annotazioni: Erminio Bagnasco, Navi italiane all'URSS, in Storia Militare, n. 23, agosto 1995, pp. 24–33, ISSN 1122-5289 (WC · ACNP)..
Bibliografia
- Joseph Caruana, Interludio a Malta, in Storia Militare, n. 204, settembre 2010.
- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.