Maciej Nowicki (architetto)Maciej Nowicki (Čita, 26 giugno 1910 – Wadi El-Natrun, 1º settembre 1950) è stato un architetto polacco, nato in Russia, un pioniere dell'architettura modernista della seconda metà del XX secolo[1][2][3]. BiografiaMaciej Nowicki nacque a Chita, in Russia, da una famiglia polacca, figlio di un console e capo del partito agrario polacco.[1][2][4][3] A causa del lavoro del padre, la famiglia soggiornò in numerose località, tra le quali due anni a Chicago, dove Nowicki imparò l'inglese.[1][2][4][3] Nowicki studiò nel Politecnico di Varsavia dal 1929, laureandosi nel 1936.[1][2][3] I suoi più significativi progetti anteriori alla seconda guerra mondiale furono un edificio amministrativo a Łódź, in Polonia, un casinò a Druskininkai e un centro sportivo a Varsavia.[1] Progettò anche il padiglione della Polonia per l'Esposizione universale del 1939.[1] Nel 1938 sposò Stanislawa (Siasia) Sandecka, sua compagna di studi, con la quale collaborò a una serie di progetti successivi.[1][2][4] Durante la seconda guerra mondiale Nowicki partecipò al conflitto con il grado di ufficiale di artiglieria contraerea ai tempi dell'invasione nazista della Polonia nel 1939.[1] Durante l'occupazione insegnò architettura e urbanistica in aule sotterranee. In seguito, collaborò con la guerriglia della resistenza combattendo intorno a Varsavia, ma poi si rifugiò sulle montagne con la sua famiglia.[1][2][4][3] Alla fine della guerra, Nowicki ricevette l'incarico direttivo della pianificazione per la ricostruzione del centro di Varsavia,[2][4][3] che studiò per gli assi stradali, per i quartieri panoramici sulla Vistola e per il centro, che prevedeva nel suo progetto numerosi percorsi pedonali su più piani ed una dimensione rapportata alla persona, con rari edifici alti.[5] Andò negli Stati Uniti d'America come consulente tecnico presso l'ambasciata polacca per ottenere l'interesse americano nella ricostruzione di Varsavia.[2] Inoltre ebbe un ruolo importante nella scelta di un sito per la sede e per il design dell'edificio della Organizzazione delle Nazioni Unite,[1][2][4][3] assieme a Le Corbusier, Oscar Niemeyer e Sven Markelius.[2] Nel 1947, con l'ascesa al potere del partito comunista in Polonia, Nowicki non rientrò in patria, ma si fermò negli Stati Uniti a Raleigh, dove svolse anche l'attività di insegnante.[1] Contemporaneamente proseguì la sua professione di architetto, progettando il Country Club di Raleigh, assieme alla moglie, oltre che un nuovo museo di arte, scienza e storia (non realizzato) e la J. S. Dorton Arena (1952-1953),[1][4][3] sorretta da due travi ad arco che sostengono una struttura a membrana di grandissima luce.[5] Nowicki era direttore del Dipartimento di Architettura della Università della Carolina del Nord, quando fu contattato per un importante progetto in India a Chandigarh,[1] la nuova capitale della provincia del Punjab, una città da progettare e costruire da zero insieme all'urbanista americano Albert Mayer.[4][6][3] Viaggiando per quel progetto, morì il 31 agosto 1950, quando il volo 903 della TWA si schiantò nel Wadi El-Natrun, a poche decine di chilometri da Il Cairo, in Egitto.[1][2][6][3] La commissione di Chandigarh fu in seguito realizzata da Le Corbusier.[2] Nel 1956, l'Architecture d'Aujourd'hui, uno dei principali periodici di architettura del mondo, ha nominato Nowicki un pioniere dell'architettura modernista della seconda metà del XX secolo,[1][2][3]sintetizzata nel suo motto preferito «la forma segue la forma», che significava la predominanza della forma sulle necessità funzionali, quando essa sia sufficientemente significativa.[5] Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
|