Figlio del pittore Ireneo Gainotti, ancora bambino si trasferì con la famiglia da Parma a Sampierdarena, sobborgo industriale di Genova; a Genova frequentò lo studio di Nicolò Barabino, seguendo anche i corsi di pittura tenuti dal maestro sampierdarenese presso l'Accademia Ligustica di Belle Arti.[1][2][3]
In breve si impose come uno dei migliori allievi dell'Accademia e nel 1878, a soli 19 anni, realizzò un grande affresco raffigurante l'Adorazione dei Magi nella prima chiesa di Nostra Signora delle Grazie, a Sampierdarena, ispirandosi ad un'opera dello stesso soggetto dipinta alcuni anni prima dal Barabino per la parrocchiale di Camogli.[4] Nel 1893 divenne egli stesso accademico della Ligustica e in seguito anche titolare della scuola di disegno. Collaborò con lo stesso Barabino e condivise uno studio con Francesco Semino (1832-1883), con il quale collaborò in alcune occasioni.[1][2][3]
Durante la sua lunga carriera produsse moltissime opere, tra dipinti e affreschi; i suoi soggetti spaziavano dai ritratti, per i quali fu molto apprezzato, ai paesaggi, e proprio in questi ultimi, libero dai vincoli imposti dai committenti, seppe esprimersi con maggiore spontaneità. La sua produzione più vasta è comunque quella degli affreschi a soggetto religioso, per i quali venne definito "il pittore delle cento chiese".[1][2][3][5] Nel 1892 realizzò un grande affresco nella volta del teatro Carlo Felice di Genova, andato distrutto a causa dei bombardamenti della seconda guerra mondiale; del dipinto, che raffigurava una ghirlanda di putti con i simboli della musica, sono conservati due bozzetti, a tempera su carta, presso la Galleria d'arte moderna di Nervi.[1][3][6]
La figlia Ada (1896-1969) seguì le orme del padre, dipingendo soprattutto vedute marine e montane e ritratti.[3][5][7]
Opere
Molte sono le opere pubbliche e religiose di Luigi Gainotti, la maggior parte affreschi in chiese e palazzi, mentre ritratti e dipinti di piccole dimensioni con raffigurazioni di paesaggi sono generalmente conservati in collezioni private. Questo un elenco parziale della sua ricca produzione pubblica:
Chiesa dei Santi Gervasio e Protasio a San Gervasio Bresciano: serie di medaglioni affrescati eseguiti nel 1897 in concomitanza con i lavori di ampliamento della chiesa. I dipinti, restaurati tra il 1939 e il 1940, sono compresi in una cornice arabescata realizzata dal pittore genovese Francesco De Lorenzi e raffigurano il santo Rosario, l'apparizione della croce all'imperatore Costantino, il martirio di Santa Barbara e il martirio dei santi Gervasio e Protasio; a questi vennero aggiunte successivamente quattro figure di profeti nei peducci della cupola.[8]
Chiesa di San Rocco a Parodi Ligure: affresco (1927) nella volta raffigurante un gruppo di cittadini reduci dalla prima crociata al seguito del marchese di Parodi che recano una reliquia della Croce.[13]
Oratorio dei Santi Pietro e Paolo, ornati e finte architetture affrescate, realizzate in collaborazione con il cognato Francesco De Lorenzi, realizzati nel 1898 ma andati perduti[18]
Oratorio della SS. Trinità, a Carrosio: affresco (1910) sopra al portale, raffigurante la SS. Trinità.[19]
Palazzo Francesco Maria Balbi Piovera, conosciuto come Palazzo Raggio (Via Balbi 6, Genova): affresco in una delle sale di rappresentanza raffigurante l'Allegoria della Liguria, volto ad esaltare l'attività mercantile degli imprenditori liguri.[21][22]
Santuario di Gesù Nazareno, a Genova, salita superiore San Gerolamo: affreschi
Santuario di Santa Caterina (Varazze)Sposalizio mistico di S. Caterina (1889). Nella stessa chiesa il Gainotti realizzò i putti che adornano la volta e gli archi delle finestre.[23]
Basilica di San Biagio a Finalborgo, rifacimento (1911) degli affreschi nella volta e nella cupola eseguiti nel 1878 da Francesco Semino e Domenico Buscaglia.
^ Benedetto Tino Delfino e Andrea Manto, Luigi Gainotti. L'affresco in Liguria tra Ottocento e Novecento dal bozzetto all'opera compiuta, Varazze, 2005, OCLC886343908.