Luigi Armando di Borbone (Parigi, 4 aprile 1661 – Fontainebleau, 9 novembre 1685) è stato un militare francese fu il 2º principe di Conti dal 1666, e principe di La Roche-sur-Yon.
Biografia
Era figlio di Armando di Borbone-Conti (1629 – 1666) e di Anna Maria Martinozzi (1639 – 1672), nipote del cardinale Mazarino.
Piccolo, un po' gobbo, sposò il 16 gennaio 1680 Maria Anna di Borbone-Francia (1666 – 1739), detta la prima Mademoiselle de Blois, figlia legittimata di Luigi XIV e della marchesa Luisa Francesca de la Baume Le-Blanc de La Vallière, divenendo così genero del re. Subito dopo la prima notte di nozze il matrimonio si rivelò sterile ed il giovane Luigi-Armando si diede ad una vita dissoluta, tanto da venir pesantemente richiamato all'ordine dallo stesso re.[1]Nel 1685 seguì, con il fratello Francesco Luigi, il principe Luigi de La Tour d'Auvergne in Polonia a combattere come volontario. Giunti a Koman il 13 giugno, si misero agli ordini del duca Carlo V di Lorena. Combatterono valorosamente a Novigrad ed a Neuhäusel e quindi nella liberazione della città di Gran assediata dai turchi. Rientrarono in Francia alla fine di agosto. A fine dello stesso anno la principessa di Conti contrasse il vaiolo ed il marito si trattenne presso di lei per curarla: lei guarì ma lui contrasse a sua volta la terribile malattia e ne morì. Il titolo di principe di Borbone-Conti passò quindi al fratello Francesco Luigi.
Ascendenza
Titoli e trattamento
- 30 aprile 1661 – 26 febbraio 1666 Sua Altezza Serenissima Il Principe di La Roche-sur-Yon
- 30 aprile 1661 - 9 novembre 1685 Sua Altezza Serenissima Il Principe di Conti
Note
- ^ Suo compagno di avventure fu in quel periodo il giovanissimo, futuro condottiero, Eugenio di Savoia. Dopo che quest'ultimo ricevette dal re il rifiuto ad accoglierlo come ufficiale nell'esercito di Francia, i due, travestiti da donna, fuggirono alla volta dei Paesi Bassi. Venuto a conoscenza della fuga, Luigi XIV spiccò nei loro confronti un mandato di cattura. Rintracciati a Francoforte da un emissario del re, Luigi-Armando fu messo di fronte all'alternativa di vedersi confiscati tutti i suoi beni se avesse proseguito nella fuga, così, mentre il principe Eugenio proseguiva per Vienna (di lui a Luigi XIV importava ben poco), Luigi Armando rientrò in Francia, sottomettendosi al volere del re
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