Luca Coletto
Luca Coletto (Verona, 27 maggio 1961) è un politico italiano. BiografiaDiplomato geometra, è tecnico costruzioni ambiente e territorio[1]. Attività politicaNel 1995 ha iniziato la sua attività politica nella Lega Nord di Umberto Bossi, per poi essere nominato Responsabile provinciale degli enti locali di Verona[2]. Dal 2004 al 2009 è stato assessore provinciale all’ambiente ed alle politiche faunistiche della stessa città; nel 2008 è stato eletto anche consigliere comunale, incarico che ha ricoperto fino al 2009[1]. Dal 2009 al 2010 è stato vicepresidente della Provincia di Verona con deleghe all’ambiente e alle politiche faunistiche, facendo anche parte del Consiglio direttivo dell’Unione delle Province d’Italia[2]. Dal 2010 al 2015 è stato assessore alle politiche sanitarie della Regione Veneto nella Giunta Zaia e coordinatore nazionale della commissione salute costituita presso la conferenza delle regioni e delle province autonome[1]. Dal 2015 al 2018 è stato consigliere regionale e assessore alla sanità e programmazione socio sanitaria della Regione Veneto e, dal 2016 al 2019 presidente dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). È stato componente del comitato strategico del Centro Nazionale per la prevenzione ed il controllo delle malattie (CCM)[1]. Dal 2018 al 2019 è stato sottosegretario di Stato al ministero della salute nel governo Conte I il 7 dicembre 2018[3]. Dal 2019 al 2014 è stato assessore alla tutela e promozione della salute, programmazione e organizzazione sanitaria (compresa la gestione del patrimonio immobiliare sanitario), sicurezza alimentare, dei luoghi di lavoro, welfare, politiche famigliari per l'infanzia, i giovani e immigrazione, alla cooperazione, associazionismo e volontariato sociale ed alle politiche di parità di genere e antidiscriminazione della regione Umbria nella Giunta Tesei[4]. ControversieIl 2 dicembre 2019 vengono sollevati dubbi dagli esponenti del PD del Consiglio regionale dell'Umbria rispetto all'opportunità di assegnare a Coletto la delega alle politiche di parità di genere e antidiscriminazione poiché condannato a due mesi (con benefici di legge) per diffusione di idee razziste; lo stesso ha dichiarato di essere stato condannato ma di essere stato comunque riabilitato ad esercitare le proprie funzioni e di averlo comunicato anche alla presidente Tesei[5][6][7]. Note
Collegamenti esterni
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