Il tupi antico ha una tradizione scritta che durò per tre secoli, dal XVI al XVIII secolo. Nel periodo coloniale la lingua tupi veniva usata come lingua franca nel territorio, sia dagli indios che dagli europei portoghesi. In seguito l'uso della lingua venne soppresso, e ad oggi esiste una sola lingua discendente dal tupi antico con un numero apprezzabile di persone che la parla: il nheengatu.
I nomi tupi antico o tupi classico vengono usati dagli studiosi moderni, in portoghese viene chiamata tupi antigo, mentre vi sono diversi nomi usati dai vari gruppi di persone che la parlano:
ñeengatú ("buona lingua"),
ñeendyba ("lingua comune"),
abáñeenga ("lingua umana")
Quando i portoghesi arrivarono sulla costa orientale del Sudamerica, la maggior parte delle tribù che incontrarono parlavano diversi dialetti simili l'uno all'altro, una situazione molto diversa da quella in Europa. I portoghesi, di fede cattolica, cercarono di fare proseliti tra gli indigeni. Per avere successo dovettero imparare a parlare la lingua dei nativi, per questa ragione i frati furono i primi a studiare la lingua. I frati modellarono la propria analisi della lingua basandosi su quella del latino. Le prime regole di grammatica del tupi, scritte da José de Anchieta nel 1595 è strutturata in maniera simile alla grammatica del latino contemporaneo. Questa grammatica regolarizzava e approssimava diverse differenze regionali della lingua.
I primi resoconti della lingua tupi antica risalgono all'inizio del XVI secolo, ma i primi documenti scritti vennero prodotti dal 1575 in poi, quando i gesuitiAndré Thévet e José de Anchieta iniziarono a tradurre le preghiere della chiesa cattolica e storie della Bibbia nella lingua degli indigeni. Un altro straniero, Jean de Lery, scrisse il primo (e probabilmente unico) libro in cui vi sono parole e dialoghi in diversi contesti. Il lavoro di Lery si è rivelato importante perché rappresenta il miglior registro in cui viene spiegato come la lingua tupi veniva parlata.
Nei primi due o tre secoli della storia brasiliana, quasi tutti i coloni imparavano il dialetto tupinambá della lingua tupi, in modo da poter comunicare con gli indigeni e con gli altri coloni che avevano adottato la lingua.
I Gesuiti impararono a parlare il tupinambá e incoraggiavano gli indios a mantenere la lingua.
I frati tradussero alcuni lavori di letteratura nella loro lingua e produssero alcuni testi scritti in lingua tupi. José de Anchieta scrisse più di 4000 versi di poesia in tupi (chiamata da lui lingua brasilica), e creò un libro in cui veniva spiegata la grammatica della lingua. Luís Figueira fu un'altra figura importante del periodo, che scrisse un secondo libro in cui si spiegava la grammatica, pubblicato nel 1621. Nella seconda metà del XVIII secolo, i lavori di Anchieta e Figueira vennero pubblicati ancora e Padre Bettendorf scrisse un nuovo e più completo catechismo. La lingua diventò di uso comune nella liturgia e diventò, di fatto, la lingua nazionale del Brasile. L'alfabetizzazione era però monopolio quasi esclusivo della chiesa.
Quando il primo ministro portoghese, Sebastião José de Carvalho e Melo, fece espellere i gesuiti dal Brasile nel 1759, la lingua iniziò a venire dimenticata e a cadere fuori uso perché poche persone erano capace di scriverla. Nel XVIII secolo vennero scoperti depositi di oro, diamanti e gemme preziose nell'entroterra; questo attrasse molti immigrati dal Portogallo che parlavano solo la propria lingua natale. Il tupi sopravvisse in forma parlata solo in zone isolate dell'entroterra distanti dai maggiori centri urbani, e rimase in uso in quei luoghi per un altro secolo.
Esempi
Un esempio del Padre Nostro in lingua tupi è stato scritto da Anchieta:
Oré r-ub, ybak-y-pe t-ekó-ar, I moeté-pyr-amo nde r-era t'o-îkó. T'o-ur nde Reino!
Tó-ñe-moñang nde r-emi-motara yby-pe. Ybak-y-pe i ñe-moñanga îabé! Oré r-emi-'u,
'ara-îabi'õ-nduara, e-î-me'eng kori orébe. Nde ñyrõ oré angaîpaba r-esé orébe, oré
r-erekó-memûã-sara supé oré ñyrõ îabé. Oré mo'ar-ukar umen îepe tentação pupé, oré pysyrõ-te
îepé mba'e-a'iba suí.
Le parole Reino (Regno) e tentação (tentazione) sono state prese in prestito dal portoghese, in quanto nella lingua tupi questi due concetti non sono facilmente esprimibili.
Colori
îub = giallo
oby = blu, verde
pirang = rosso
ting = bianco
una = nero
Sostanze
ara = fuoco
itá = roccia, pietra, metallo, montagna, isola
y = acqua, fiume
yby = terra
Gente
abá = uomo (in contrasto a donna), Indiano o Nativo-Americano (in contrasto a Europeo), essere umano (in contrasto al mondo animale)
aîuba = persona francese (letteralmente “teste gialle”)
karaĩb = straniero, uomo bianco (letteralmente “spirito di una persona morta”)
kuñã = donna
kuñãtaĩ = ragazza
morubixaba = capo
peró = persona portoghese (neologismo)
sy = madre
tapyîa = schiavo (indica anche un indiano non appartenente al gruppo Tupi)
EDELWEISS, Frederico G. Tupis e Guaranis, Estudos de Etnonímia e Lingüística. Salvador: Museu do Estado da Bahia, 1947. 220 p.
EDELWEISS, Frederico G. O caráter da segunda conjugação tupi. Bahia: Livraria Progresso Editora, 1958. 157 p.
EDELWEISS, Frederico G. Estudos tupi e tupi-guaranis: confrontos e revisões. Rio de Janeiro: Livraria Brasiliana, 1969. 304 p.
GOMES, Nataniel dos Santos. Observações sobre o Tupinambá. Monografia final do Curso de Especialização em Línguas Indígenas Brasileiras. Rio de Janeiro: Museu Nacional / UFRJ, 1999.
LEMOS BARBOSA, A. Pequeno Vocabulário Tupi-Português. Rio de Janeiro: Livraria São José, 1951.
LEMOS BARBOSA, A. Juká, o paradigma da conjugação tupí: estudo etimológico-gramatical in Revista Filológica, ano II, n. 12, Rio de Janeiro, 1941.
LEMOS BARBOSA, A. Nova categoria gramatical tupi: a visibilidade e a invisibilidade nos demonstrativos in Verbum, tomo IV, fasc. 2, Rio de Janeiro, 1947.
LEMOS BARBOSA, A. Pequeno vocabulário Tupi-Português. Rio de Janeiro: Livraria São José, 1955. (3ª ed.: Livraria São José, Rio de Janeiro, 1967)
LEMOS BARBOSA, A. Curso de Tupi antigo. Rio de Janeiro: Livraria São José, 1957.
LEMOS BARBOSA, A. Pequeno vocabulário Português-Tupi. Rio de Janeiro: Livraria São José, 1970.
MICHAELE, Faris Antônio S. Tupi e Grego: Comparações Morfológicas em Geral. Ponta Grossa: UEPG, 1973. 126 p.
NAVARRO, Eduardo de Almeida. Método Moderno de Tupi Antigo: A língua do Brasil dos primeiros séculos. Petrópolis: Editora Vozes, 1998. (ISBN 85-326-1953-3)
RODRIGUES, Aryon Dall'Igna. Análise morfológica de um texto tupi. Separata da Revista "Logos", ano VII, N. 5. Curitiba: Tip. João Haupi, 1953.
RODRIGUES, Aryon Dall'Igna. Morfologia do Verbo Tupi. Separata de "Letras". Curitiba, 1953.
RODRIGUES, Aryon Dall'Igna. Descripción del tupinambá en el período colonial: el arte de José de Anchieta. Colóquio sobre a descrição das línguas ameríndias no período colonial. Ibero-amerikanisches Institut, Berlino.
SAMPAIO, Teodoro. O Tupi na Geografia Nacional. São Paulo: Editora Nacional, 1987. 360 p.
SILVEIRA BUENO, Francisco da. Vocabulário Tupi-Guarani Português. Efeta Editora, 1982. (ISBN 85-86632-03-1)