Le inchieste del commissario Collura
Le inchieste del commissario Collura è un'opera di Andrea Camilleri pubblicata nel 2002 per i tipi della "Libreria dell'Orso" s.r.l. di Pistoia e successivamente nel 2007 dalla casa editrice Mondadori nella collana "Piccola Biblioteca Oscar Mondadori". Gli otto racconti che compongono il libro sono stati pubblicati sul quotidiano La Stampa nell'estate del 1998. Il libro contiene anche un'Intervista sul commissario Collura a cura di Giovanni Capecchi dove Camilleri racconta che a 12 anni avrebbe voluto fare il marinaio e come i racconti di mare che ha letto lo abbiano aiutato molto a scrivere le storie del commissario Collura. Suso Cecchi d'Amico ha tratto una sceneggiatura dai racconti ma la proposta cinematografica non si è realizzata mentre è andata a buon fine la composizione di un'opera lirica, rappresentata in vari teatri italiani, su un libretto di Rocco Mortelliti tratto dal racconto Il fantasma nella cabina.[1] TramaIl commissario Vincenzo Collura, chiamato Cecé,[2] «non era omo d'acqua ma di terraferma» e tuttavia, rimasto ferito durante un'azione di polizia, decide di prendersi un periodo di riposo per la convalescenza su una nave da crociera dove svolgerà le funzioni di commissario di bordo[3] con l'aiuto sostanziale di un esperto del mestiere: il triestino Scipio Premuda. Ma il commissario avventizio non avrà modo di godersi la vacanza: un finto cantante, un fantasma, una bella assassinata, un petroliere "femminaro", gioielli forse finiti in fondo al mare, la scomparsa di una bimba e di una vedova inconsolabile fanno sì che Collura si debba cimentare con gli stessi casi imbrogliati di quando dava prova del suo fiuto poliziesco a terra. Inizialmente Camilleri aveva progettato di introdurre tra i personaggi crocieristi noti uomini politici italiani e così nel primo racconto riguardante un finto cantante, la descrizione del protagonista alludeva chiaramente a Silvio Berlusconi. Successivamente però Camilleri si rese conto che «con gli uomini politici ci si diverte assai poco...» e allora preferì cambiare "rotta" e "virare sul giallo".[4] Il fil rouge di tutti gli episodi è comunque la "virtualità" della vita crocieristica (infatti, si tratta sempre di casi "presunti", che si rivelano falsi o solo immaginati). Tutti gli episodi si concludono quindi con una frase dubbiosa del tipo: "ma questa crociera era reale o virtuale?". Racconti
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