La risaia
La risaia è un film del 1956 diretto da Raffaello Matarazzo. TramaPietro, padrone di una grande risaia, riconosce Elena, sua figlia naturale, tra le giovani lavoranti. Non si dichiara, ma cerca in tutti i modi di seguirla e proteggerla, causando incomprensioni e malintesi in famiglia. Mario, il nipote di Pietro, tenta di violentarla ma il fidanzato della ragazza, Gianni, lo uccide. Pietro allora decide di assumersi la colpa del delitto affinché la giovane coppia possa sposarsi. ProduzioneIl film rientra nel filone dei melodrammi sentimentali, comunemente detto strappalacrime (di cui Matarazzo fu il maggiore esponente), allora in voga tra il pubblico italiano, poi ribattezzato dalla critica con il termine neorealismo d'appendice. Primo film in Cinemascope ed a colori realizzato da Matarazzo, fu all'epoca considerato come un rifacimento in salsa popolare del capolavoro neorealista Riso amaro di Giuseppe De Santis del 1949, anche se il regista smentì l'accostamento: «Non credo affatto che ci sia un rapporto con Riso amaro, che era piuttosto, se ricordo bene, una storia caotica e confusa. Nel mio film ci sono delle situazioni e dei sentimenti molto semplici. Ponti e io avevamo visto il film di De Santis e non avevamo per nulla la sensazione di rifare la stessa cosa. Certamente si tratta di un luogo di ambientazione del tutto eccezionale, ma nulla d'altro giustifica l'accostamento dei due film.»
RipreseLe riprese iniziarono nell'estate 1955 e durarono undici settimane.[1] Gli interni furono girati negli stabilimenti Ponti-De Laurentiis di Roma, mentre gli esterni furono realizzati nelle campagne di Casalino, in provincia di Novara: la cascina utilizzata nel film è la cascina Graziosa.[2] Il regista ricordò: «[...] L'inizio era quasi un documentario. È un film che ho fatto con piacere per molti motivi: c'erano fra le 500 e le 600 comparse da dirigere che arrivavano ogni mattina da tutti i dintorni con corriere e con macchine; era il mio primo film girato in scope e quindi ero obbligato a una tecnica nuova, a lunghi piani con la gru senza avvicinarmi troppo ai personaggi. Ho anche tentato di costruire le inquadrature in funzione del formato, come nella scena d'amore in cui Elsa Martinelli è distesa e Rik Battaglia seduto, scena che ritengo riuscita in questa ottica. In poche parole, La risaia fu un film difficile ed eccitante [...].» DistribuzioneLa pellicola venne distribuita nel circuito cinematografico italiano il 27 gennaio del 1956. AccoglienzaIncassiIl film fu ben accolto dal pubblico, incassando tra i 477[3] e i 600[1] milioni di lire, nonostante il fallimento della casa di produzione Minerva che lo stava distribuendo. Critica«[...] Matarazzo, che ha diretto « La risaia » senza troppa soggezione verso il modello di « Riso amaro », al quale ha apertamente attinto come, con uguale franchezza, si è ricordato del più recente « La donna del fiume ». Il nodo e i personaggi della vicenda sono nella tradizione del più puro romanzo d'appendice. [...] Non mancano le notazioni realistiche, quasi documentarie, anche se il film non dà ciò che, del resto, onestamente non promette. [...]» Note
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