Léon SultanLéon Réne Sultan (in arabo ليون سلطان?; Costantina, 13 settembre 1905 – Casablanca, 23 giugno 1945) è stato un attivista marocchino di origine algerina, fondatore del Partito Comunista Marocchino[1][2][3][4]. BiografiaNacque nel 1905 a Costantina, nell'allora Algeria francese, da una famiglia ebraica algerina di otto figli. La sua famiglia deteneva la cittadinanza francese a causa del decreto Crémieux. Suo padre lavorava presso le strutture militari della città.[1][3] Studiò legge all'Università di Algeri, e tra il 1925 e il 1929 esercitò la professione di avvocato presso il suo ufficio legale a Costantina. Nel 1929, si trasferì a Casablanca, dove si unì ad un gruppo di giovani socialisti, socializzando sia con i musulmani che con gli ebrei della città. Parlava fluentemente arabo e francese.[1][3] Nel 1936, le attività dei movimenti comunisti furono legalizzate in seguito alla vittoria del Fronte Popolare in Francia.[2] Una sezione del Partito Comunista Francese fu stabilita anche in Marocco, con base a Casablanca, e Léon Sultan ne divenne segretario. Il gruppo raccolse perlopiù intellettuali. Léon Sultan scrisse articoli per Clarté, un settimanale pubblicato dal gruppo.[3] Nel 1939, il Partito Comunista Francese e la sezione marocchina furono sciolte in seguito al patto Molotov-Ribbentrop.[2] In seguito fu escluso dalla sua professione dalle leggi antisemite del Governo di Vichy.[3][4] Nel 1943, i movimenti comunisti si riattivarono in Morocco e Léon Sultan divenne segretario del Partito Comunista Marocchino.[2] Si offrì volontario per combattere in Europa nella seconda guerra mondiale. Fu tenente nel quinto reggimento dei tirailleurs marocchini. Combatté in Alsazia, lungo il Reno, nella Foresta palatina, a Württemberg, in Baviera e in Austria, dove nel 29 aprile 1945 venne ferito. Continuò a combattere come capo della sua sezione, senza essere stato ricoverato fino all'11 maggio 1945.[4] Tornò a Casablanca nel mese di giugno, dove avrebbe dovuto ultimare la sua guarigione. Il suo ritorno venne celebrato dal Partito Comunista e da altre organizzazioni politiche sue sostenitrici. Morì improvvisamente il 23 giugno 1945, per un ictus dovuto alle complicazioni del suo infortunio all'ospedale militare di Casablanca.[4] In seguito alla sua morte, Ali Yata assunse la direzione del partito.[2] Note
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