Koolhoven F.K.42
Il Koolhoven F.K.42 fu un aeroplano da turismo monomotore e monoplano sviluppato dall'azienda aeronautica olandese Koolhoven negli anni venti del XX secolo, e rimasto allo stadio di prototipo.[2] Storia del progettoFrederick Koolhoven,[3] capo progettista e proprietario della omonima ditta di costruzioni aeronautiche decise di sviluppare un nuovo aereo da turismo e addestramento con cui i piloti civili potessero conseguire più rapidamente il loro brevetto, invece che volare sugli addestratori di tipo militare allora in uso. Il prototipo volò per la prima volta 5 giugno 1929, ed insieme al modello F.K.41[4] fu presentato da Koolhoven all'International Light Plane Meeting[N 1] organizzato dall'Aero Club di Rotterdam[5] e tenutosi sull'aeroporto di Waalhaven tra il 27 e il 30 giugno 1929.[2] Nonostante le buone prestazioni l'F.K.42, che venne presentato anche in altre manifestazioni aeree,[6] non ricevette ordini di produzione e l'unico esemplare costruito divenne l'aereo personale[2] di Koolhoven fino al febbraio 1932, quando fu venduto a W. de Heer di Rotterdam.[6] Il velivolo, immatricolato PH-AGO, andò perso per un incidente il 3 luglio[6] dello stesso anno ad Assche, in Belgio, a causa di un guasto al propulsore che costrinse il pilota ad effettuare un atterraggio di emergenza che danneggiò l'aereo in modo irreparabile.[2] Descrizione tecnicaAereo da addestramento, monoplano, monomotore, biposto. La configurazione alare monoplana prevedeva un'ala a parasole, bilongherone, interamente costruita in legno e rivestita di compensato.[1] Tre montanti per lato collegavano l'ala alla fusoliera, anch'essa di costruzione lignea, con longheroni di abete rosso e rivestimento in tela.[1] L'impennaggio di coda era del tipo classico monoderiva, dotato di piani orizzontali rastremati controventati, posizionati al di sopra della parte terminale della fusoliera, che aveva forma rettangolare.[1] Gli equilibratori non erano bilanciati.[1] Il timone, anch'esso non bilanciato, aveva forma triangolare, era posizionato al di fuori dei piani orizzontali, così da migliorarne il movimento.[6] Il carrello d'atterraggio era un triciclo classico a V, fisso, con le gambe principali dotate di ammortizzatori collegate direttamente alle ali e, tramite una coppia di montanti, ad entrambi i lati della fusoliera.[1] Posteriormente era integrato da un pattino d'atterraggio.[6] L'aereo era biposto[6] dotato inizialmente di una cabina di pilotaggio aperta,[4] dotata di doppi comandi,[1] a posti in tandem per l'allievo pilota e l'istruttore. In seguito la cabina di pilotaggio fu chiusa da un tettuccio.[1] La propulsione era affidata ad un motore in linea ADC Cirrus Hermes a 4 cilindri raffreddati ad aria, erogante la potenza di 110 hp (82 kW) ed azionante un'elica bipala. Il motore era racchiuso da una carenatura di alluminio e disponeva di un serbatoio di carburante posto nell'ala in posizione centrale tra i longheroni.[1] NoteAnnotazioni
FontiBibliografia
Periodici
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