Il nonno materno di Khvandamir era lo storico e scienziato Mirkhond, autore della storia universale Rawzat us-safa fi sirat al-anbiyya wa-l-mulk wa-l-khulafa ("Il giardino della purezza"), mentre suo padre Khoja Khumamiddin fu ministro del principe timurideSultan Mahmud Mirza.[1]
Khvandamir cominciò a studiare storia e letteratura all'età di 10 anni presso la biblioteca di Ali-Shir Nava'i, il quale esercitò una grande influenza sul giovane, tanto da sostenerlo sia moralmente sia economicamente. Grazie all'aiuto del grande storico uzbeko, Khvandamir pubblicò in suo onore Muʿāsir al-mulūk e diresse la sua biblioteca. Dopo la morte di Nava'i, Khvandamir passò al servizio del governatore di BalkhBadiuzzamon,[1] poi a seguito della conquista di Herat da parte di Muhammad Shaybani venne impiegato come sadr nell'ufficio del Primo ministro Khoja Abdurakhim Turkistani.[2]
A partire dal 1509 prese parte alla vita socio-politica di Malakat. Dopo la sconfitta di Shaybani a Merv nel 1510, la stabilità dell'area iniziò a essere minata dalle lotte dei governi vicini all'impero safavide, così Khvandamir lasciò definitivamente la nativa Herat nel 1527 per l'India governata da Kamran Mirza, figlio di Babur. Morì nel 1534 e fu sepolto nel Nizamuddin Dargah di Delhi, secondo la sua volontà.[2]
Le opere
Khvandamir scrisse 13 opere in lingua dari, di cui solo 8 sono sopravvissute. La più importante è Habib us-siyar (1520-1523), un'opera magna che raccoglie la storia dalle origini del mondo sino ai suoi tempi.[2] Era considerata un'importante fonte da parte degli studiosi dell'epoca in merito agli imperi timuride e safavide.[3]