Joseph H. August

Joseph H. August (Idaho Springs, 26 aprile 1890Culver City, 25 settembre 1947) è stato un direttore della fotografia statunitense.

È stato uno dei quindici membri fondatori dell'American Society of Cinematographers.[1]

Ha ricevuto due candidature all'Oscar alla migliore fotografia, nel 1940 per Gunga Din e nel 1949 (postuma) per Il ritratto di Jennie.

Biografia

Terminati gli studi alla Colorado School of Mining, inizia la sua carriera nel cinema come figurante negli studios di Thomas H. Ince, per poi ricoprire il ruolo di assistente dell'operatore Ray Smallwood ed esordire in prima persona alla direzione della fotografia nel 1913 con Lure of the Violin diretto da William J. Bauman.[1]

Nel 1915 con The Disciple inizia la collaborazione con la star del western muto William S. Hart, che si interrompe nel 1925 con il ritiro dalle scene di Hart. Nell'arco di dieci anni realizzano insieme una quarantina di film, che stabiliscono alcuni degli standard figurativi del genere western.[1]

Il 1925 non segna solo la fine del sodalizio professionale con Hart, ma anche l'avvio di quello altrettanto significativo con John Ford, che caratterizza i restanti vent'anni di carriera di August e si conclude nel 1945 con il film bellico I sacrificati. Insieme realizzano quattordici film di finzione e un documentario, tra i quali curiosamente nessun western, pur essendo entrambi tra i maggiori specialisti del genere. Superato il naturalismo fotografico fin qui praticato e data libera espressione al proprio gusto di sperimentare, August crea «sature penombre di sapore espressionista»[2] per il dramma d'ambientazione irlandese Il traditore (1935), che spicca nella carriera del regista per lo «stile insolito [...] ai limiti dell'accademismo (forti contrasti, luci di taglio e controluci)»,[3] combina una «vena documentaristica con la stilizzazione e i contrasti della fotografia di scuola espressionista»[2] per L'aratro e le stelle (1936), arricchisce di chiaroscuri le scenografie della ricostruzione storica Maria di Scozia (1936). Tra gli altri film girati insieme, spicca il «godibilissimo mix di commedia e gangster-movie»[4] Tutta la città ne parla (1935), nel quale Edward G. Robinson si esibisce in una memorabile performance in duplice parte, tecnicamente resa possibile da un'efficace doppia esposizione del negativo.[2]

Nel corso degli anni trenta partecipa alla realizzazione di diversi film memorabili e collabora con molti autori di primo piano. Fra gli altri, per Frank Borzage cura le immagini del melodramma proletario Vicino alle stelle (1933), «il primo tentativo di offrire un'immagine realistica dell'America all'indomani della grande crisi del 1929»,[5] e del classico I ragazzi della via Paal (1934), fotografato in chiave antinaturalistica.[2] Contribuisce anche a commedie esemplari quali Ventesimo secolo (1934) di Howard Hawks e Il diavolo è femmina (1935) di George Cukor. Collabora con George Stevens per il musical Una magnifica avventura (1937) e soprattutto per l'avventuroso Gunga Din (1939), che gli vale la prima candidatura all'Oscar alla migliore fotografia. Notre Dame (1939) di William Dieterle è un «trionfo del grottesco gotico, che la fotografia sottoesposta [...] esalta nei chiaroscuri [...] di chiara reminiscenza espressionista».[6]

Durante la Seconda guerra mondiale, August presta servizio nel reparto cinematografico dell'esercito diretto da Ford per l'Office of Strategic Services, rimanendo seriamente ferito nel corso delle riprese del documentario La battaglia delle Midway.[2]

Filmografia

Note

  1. ^ a b c Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. A-K, p. 64
  2. ^ a b c d e Stefano Masi, op. cit., Vol. A-K, p. 65
  3. ^ Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2008, Milano, Baldini Castoldi Dalai editore, 2007. ISBN 9788860731869 p. 3004
  4. ^ Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2008, p. 3059
  5. ^ Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2008, p. 3235
  6. ^ Il Mereghetti - Dizionario dei Film 2008, pp. 2017-2018

Bibliografia

  • Stefano Masi, Dizionario mondiale dei direttori della fotografia, Recco, Le Mani, 2007. ISBN 88-8012-387-4 Vol. A-K, pp. 64–65

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