Lewis MilestoneLewis Milestone, pseudonimo di Leib Milstein (Chișinău, 30 settembre 1895 – Los Angeles, 25 settembre 1980), è stato un regista, sceneggiatore e produttore cinematografico russo naturalizzato statunitense. Considerato uno dei principali registi della Golden Age di Hollywood,[1] è noto soprattutto per aver diretto film di guerra come All'ovest niente di nuovo (1930), Fuoco a oriente (1943), Okinawa (1951) e Operazione commandos (1954), oltre a film tratti da opere letterarie divenuti dei classici quali Notte d'Arabia (1927), The Front Page (1931), Uomini e topi (1939) e Arco di trionfo (1948).[1] Nel 1960 gli venne assegnata una stella sulla Hollywood Walk of Fame al 7021 di Hollywood Blvd per il suo contributo all'industria cinematografica.[2] BiografiaNato da una famiglia di ascendenza ebraica nel 1895 a Chișinău, in Bessarabia (nell'attuale Moldavia), era figlio di un ricco produttore di abbigliamento e cugino del famoso violinista Nathan Milstein.[3] Si interessò sin da giovane all'arte cinematografica e nel 1912 decise di andare negli Stati Uniti, contro il volere della famiglia che lo avrebbe voluto studente d'ingegneria.[3] Dopo aver svolto diversi lavori, tra cui il lavapiatti, l'operaio e l'assistente fotografo, nel 1917 si arruolò nell'esercito e durante la prima guerra mondiale fu assegnato ai Signal Corps dove ricevette una formazione nelle riprese e nel montaggio di documentari.[3] Diventato cittadino statunitense nel 1919, dopo il congedo cambiò il suo nome in Lewis Milestone e si diresse a Hollywood dove iniziò l'attività di montatore e assistente del regista Henry King.[3] Nel 1925 debuttò alla regia con Seven Sinners, del quale scrisse anche il soggetto e la sceneggiatura con Darryl F. Zanuck, e due anni dopo vinse il suo primo Oscar come miglior regista per la commedia romantica Notte d'Arabia. Nel 1929 diresse il dramma Tradimento, interpretato da Emil Jannings e Gary Cooper, e Notti di New York, ricordato come il primo film sonoro dell'attrice e produttrice Norma Talmadge. Nel 1930 realizzò il dramma bellico All'ovest niente di nuovo, adattamento del romanzo Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque che rappresentò uno dei più grandi successi dell'anno e vinse l'Oscar per il miglior film, mentre Milestone ricevette il secondo riconoscimento per la regia.[4] Il film successivo fu The Front Page (1931), prima versione dell'omonima opera di Ben Hecht e Charles MacArthur che vide la presenza di Pat O'Brien e Adolphe Menjou. Considerato una delle migliori farse di Hollywood,[5] fu un grande successo al box office e fruttò a Milestone la sua terza candidatura agli Oscar come miglior regista. Il dramma Pioggia (1932), tratto da un racconto di William Somerset Maugham, si rivelò un insuccesso di critica e pubblico nonostante un cast che includeva Joan Crawford e Walter Huston, così come le commedie Hallelujah I'm a Bum (1933) e The Captain Hates the Sea (1934).[5] Milestone ebbe un maggiore successo con Anything Goes (1936), con Bing Crosby e Ethel Merman, e con il thriller L'oro della Cina interpretato da Gary Cooper. Nel 1939 portò per la prima volta sul grande schermo il romanzo Uomini e topi di John Steinbeck, con Lon Chaney Jr., Betty Field e Burgess Meredith, che ricevette quattro candidature agli Oscar inclusa quella per il miglior film. Lewis Milestone e la Commissione per le attività antiamericane
Dopo alcun commedie di scarso successo come Il ponte dell'amore (1940) e My Life with Caroline (1941), Milestone collaborò con il regista Joris Ivens nella direzione del documentario Il nostro fronte russo (1942), narrato da Walter Huston e realizzato per sostenere il supporto americano agli sforzi dell'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale. Seguirono altri film di guerra come La bandiera sventola ancora (1943) con Errol Flynn e Ann Sheridan, Fuoco a oriente (1943), Prigionieri di Satana (1944) scritto con Darryl F. Zanuck, e Salerno, ora X (1945), adattato da Robert Rossen da un romanzo di Harry Brown. Fuoco a oriente, così come il documentario di due anni prima, mostrò al pubblico americano gli alleati russi nel pieno del conflitto e il tono politico conferitogli dalla sceneggiatura di Lillian Hellman creò problemi con la Commissione per le attività antiamericane (HUAC),[5][8] tanto che l'FBI inserì il nome di Milestone in un elenco di 150 personalità di Hollywood sospettate di avere legami con il Partito Comunista.[9] Dopo aver diretto il noir Lo strano amore di Marta Ivers (1946), che segnò il debutto di Kirk Douglas e fu presentato in concorso al Festival di Cannes, nel settembre del 1947 il regista fu convocato a Washington per comparire davanti alla HUAC insieme ad altri diciotto membri dell'industria cinematografica, i cosiddetti "Diciannove testimoni ostili".[9] Milestone non fu chiamato a testimoniare, tuttavia l'FBI continuò ad interrogarlo ripetutamente riguardo alla sua amicizia con il console russo e nel 1950 entrò nella cosiddetta "lista grigia di Hollywood", che il regista stesso considerava peggiore della lista nera perché pensò che nessuno lo avrebbe assunto nonostante non ci fosse un divieto "ufficiale".[9] Dopo Okinawa (1951), con un cast che includeva Richard Widmark, Jack Palance, Richard Boone e Karl Malden, Milestone decise di girare alcuni film fuori dagli Stati Uniti, tra cui Kangarù (1952) in Australia, Operazione commandos (1954) a Cipro e Malta e La vedova X (1955) in Italia. Una volta tornato negli Stati Uniti si dedicò soprattutto alla regia televisiva, realizzando alcuni episodi delle serie Schlitz Playhouse of Stars, Suspicion, Have Gun - Will Travel. Gli ultimi film diretti da Milestone furono 38º parallelo: missione compiuta (1959), con Gregory Peck, Rip Torn, George Peppard e Woody Strode, Colpo grosso (1960), primo film interpretato dal "Rat Pack" (ovvero Frank Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Jr., Joey Bishop e Peter Lawford), e Gli ammutinati del Bounty (1962), nel quale subentrò a Carol Reed. Nessuno di questi ottenne un riscontro positivo di pubblico e critica e Milestone tornò brevemente alla televisione prima di ritirarsi definitivamente nel 1964.[5] Colpito da un ictus che lo costrinse a trascorrere gli ultimi 10 anni della sua vita su una sedia a rotelle, morì in seguito alle complicazioni di un intervento chirurgico il 25 settembre 1980, all'età di 84 anni.[3] È sepolto nel Pierce Brothers Westwood Village Memorial Park Cemetery di Los Angeles.[3] Vita privataLewis Milestone sposò nel 1926 l'attrice Kendall Lee, scomparsa due anni prima del regista nel 1978.[3] FilmografiaRegista
Sceneggiatore
Produttore
Attore
Montatore
Riconoscimenti
Note
Bibliografia
Voci correlateAltri progetti
Collegamenti esterni
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