Deputato all'Assemblea nazionale e per più legislature all'Europarlamento, Le Pen è famoso per le sue posizioni estremamente conservatrici e reazionarie, che lo hanno spesso portato a dichiarazioni controverse, e per aver richiesto forti politiche di rafforzamento della legge, tra cui la reintroduzione della pena di morte, forti restrizioni sull'immigrazione da paesi extraeuropei e ritiro della Francia, o maggiore indipendenza, dall'Unione europea.
Jean-Marie Le Pen è il figlio di Jean Le Pen (1901-1942), pescatore e presidente dell'associazione dei veterani e l'assessore di La Trinité-sur-Mer, e di Anne-Marie Hervé (1904-1965), sarta e figlia di agricoltori provenienti da Locmariaquer e Le Bono nel Morbihan in Bretagna.
Ha iniziato la sua carriera politica a Tolosa come capo dell'Unione studentesca. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, nel 1953 si arruolò nella Legione straniera. Arrivò come sottotenente in Indocina nel 1954, quindi in Algeria e fu poi inviato a Suez nel 1956, ma arrivò solo dopo il cessate il fuoco.
Nel 1960 sposa Pierrette Lalanne da cui ha 3 figli, nel 1987 divorzia e rifiuta di pagare gli alimenti alla moglie, la quale appare su Playboy seminuda nella veste di cameriera sexy.
Nel 1984 ottenne un seggio al Parlamento europeo, e dal 1986 al 1988 tornò deputato all'Assemblea Nazionale. Rieletto all'Europarlamento nel 1989, nel 1994 e nel 1999, fu privato del seggio il 10 aprile del 2003 dalla Corte di giustizia europea. Fu però rieletto al Parlamento europeo nel 2004.
Alle elezioni presidenziali del 2002 ottenne il 16,86% dei voti al primo turno, abbastanza per arrivare al ballottaggio, grazie al basso risultato del candidato socialista e Primo ministro Lionel Jospin. È stato il primo politico francese della destra non gollista ad arrivare al ballottaggio delle elezioni presidenziali. L'evento causò un grande movimento nell'opinione pubblica nazionale e più di un milione di persone prese parte a manifestazioni di piazza contro Le Pen, inoltre Chirac rifiutò il tradizionale duello televisivo prima del secondo turno.
Alle elezioni regionali in Francia del 2010 si candida in prima persona alla presidenza della Provence-Alpes-Côte d'Azur e ottiene il 20,29% dei voti al primo turno e il 22,87% al secondo; al termine di queste consultazioni in un'intervista afferma di essere politicamente "immortale"[3] e lascia trasparire una possibile successione della figlia Marine alla guida del FN in futuro[3].
Il 15 gennaio 2011 lascia la Presidenza del FN in favore della figlia Marine, che nel corso degli anni cambierà rotta al partito con la cosiddetta dédiabolisation, e diviene presidente onorario del Partito. È inoltre il nonno materno di Marion Maréchal, la più giovane parlamentare[4] della V Repubblica (anche lei esponente del FN, eletta deputata nel 2012 nel dipartimento di Vaucluse).
Nell'aprile 2015 definisce le camere a gas naziste quali semplice «dettaglio della storia» scatenando l'ira della figlia e perciò annuncia poi di voler rinunciare a presentarsi alle regionali di fine anno in Provenza-Alpi-Costa Azzurra perché "se devo sacrificare il futuro del movimento, non voglio essere io a causargli un danno", auspicando la candidatura della nipote Marion.
Il 16 aprile viene ricoverato in ospedale per problemi cardiaci.
L'espulsione dal FN
Nel maggio 2015 viene sospeso dal FN; nell'agosto 2015 viene infine espulso dal partito che aveva fondato e guidato per decenni[2].
Nell'agosto 2020 Jean-Marie Le Pen ha creato un istituto a suo nome per mettere a disposizione del grande pubblico gli archivi che ripercorrono la sua carriera politica.
Nell’aprile 2024, Jean Marie Le Pen è stato posto “sotto protezione legale” su richiesta della sua famiglia.[6]
Procedimenti giudiziari
Nel 1996 è stato condannato da un tribunale francese per il reato di incitamento all'odio razziale per aver definito le camere a gas, in cui vennero sterminati gli ebrei, "un semplice dettaglio nella storia della seconda guerra mondiale".[7]
Nel 2012 viene condannato a 10 000 euro di multa per la frase: "almeno in Francia l'occupazione tedesca non era particolarmente disumana".[8]
Nel marzo 2018 è stato condannato, in via definitiva, a pagare una multa di 30 000 euro per aver nuovamente definito, nell'aprile del 2015, le camere a gas naziste come un "dettaglio" della storia della seconda guerra mondiale.[9]