Jean-Baptiste Massillon
Jean-Baptiste Massillon (Hyères, 24 giugno 1663 – Beauregard-l'Évêque, 28 settembre 1742) è stato un predicatore e vescovo cattolico francese, della congregazione dell'Oratorio di Gesù e Maria Immacolata di Francia. BiografiaFiglio di un notaio, Jean-Baptiste Massillon entrò nell'ordine degli Oratoriani effettuando i suoi studi a Marsiglia.[1][2][3] Insegnò nei collegi di Pézenas e di Montbrison e diresse il seminario diocesano di Saint-Magloire, a Parigi.[4][3] Durante la sua carriera di religioso ebbe fama di predicatore eloquente, di spirito aperto alla cultura e alle conoscenze letterarie; il suo stile, pur non giungendo alla concisa elevatezza di un Jacques Bénigne Bossuet e di un Louis Bourdaloue, ricorda il modello di Fénelon e di Jean Racine.[4] Fu ordinato sacerdote nel 1691[3] e dimostrò subito le sue capacità di parlare in pubblico tanto che nel 1693, alla morte dell'Arcivescovo di Vienne, fu incaricato di consegnare l'orazione funebre e questo fu l'atto di inizio della fama di Massillon.[2] Una crisi di misticismo lo portò a ritirarsi per qualche mese in un convento di trappisti, ma seguendo i consigli dell'arcivescovo di Parigi, Noailles, si trasferì nella capitale, dove ottenne la carica, nel 1696, di direttore del seminario di Saint-Magloire.[1][2][3] Nel 1699 fu convocato a corte dove riscosse un grande successo e diventò famoso per i suoi Quaresimali pronunciati davanti a Luigi XIV di Francia nel 1704 e per il Piccolo culto della quaresima (Petit Carême) davanti al giovanissimo Luigi XV di Francia, nel 1718.[1][2][3] Consacrato vescovo di Clermont nel 1718,[3] e accademico l'anno seguente, svolse a Parigi efficace attività di negoziatore per pacificare la Chiesa francese, turbata dalla promulgazione della bolla Unigenitus.[4] Si distinse sia per le sue orazioni funebri, tra le quali quelle per Francesco Luigi di Borbone-Conti (1709), per Luigi, il Gran Delfino (1711), per Luigi XIV (1715), sia per i suoi sermoni del Carême de l'oratoire (1699), quelli Sur la Mort e su Le petit nombre des élus, i dieci sermoni del Petit Carême, predicati nel 1718, dinanzi al giovane Luigi XV.[4][3] Numerose sono state le edizioni delle sue Oeuvres complètes dopo la prima, in quindici volumi, del 1745-1748.[4] Le prediche di Massillon si distinsero da quelle dei suoi predecessori, in quanto erano prive dei caratteri dottrinari di quelle di Bousset, preferendo al ragionamento rigido e alla logica deduttiva, i sentimenti, basando la sua teologia non su un giudizio del mondo, ma sul rispetto delle convenienze e degli atti mondani che considerano la religiosità come l'elevazione dei comportamenti dell'uomo di qualità.[1] La sua impostazione teologica ricevette qualche critica, sia di sospetto giansenismo sia di "filosofismo",[3] ma anche molti elogi, come da Voltaire, che lo definì Racine de la chaire, per la profondità dello studio dei moti del cuore umano.[1] La popolarità di Massillon era motivata dal fatto che i suoi sermoni focalizzavano quasi sempre argomenti morali e non questioni teologiche profonde, e con le sue riflessioni sembrava capace di penetrare nei segreti del cuore umano e nella mente dell'uomo.[2][3] Alcuni elementi della sua teologia ebbero vicinanze con quella di Fénelon e grande risultò la stima dei filosofi del XVIII secolo, che evidenziarono la somiglianza della sua morale con una visione e una saggezza laica e quindi "filosofica".[1] L'importanza di Massillon fu quella di preparare il terreno alle innovazioni apportate da François-René de Chateaubriand, di un cristianesimo appassionato e sentimentale, che incanala la sua dottrina e la sua teologia nelle emozioni e nelle immagini.[1] Jean-Baptiste Massillon morì di complicazioni per un ictus il 28 settembre 1742.[2] Genealogia episcopale e successione apostolicaLa genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
Note
Bibliografia
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